da Opinione Liberale, per gentile concessione

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L’emergenza Coronavirus è stata affrontata in SUPSI da tutti i collaboratori con grande dedizione e professionalità per rendere virtuale, in tempi record, l’insegnamento. Gli studenti, con impegno e flessibilità, si sono subito adeguati alle nuove condizioni quadro e l’anno scolastico sarà portato a termine senza problemi maggiori: un successo visto lo scombussolamento causato dall’epidemia. Un sondaggio fra gli studenti ci ha dato le prime indicazioni che saranno preziose per pianificare l’anno accademico 2020/2021, probabilmente ancora condizionato dal Coronavirus, ma anche per ripensare le modalità d’insegnamento. Fra gli aspetti positivi spicca in primo luogo l’autonomia.

L’insegnamento a distanza permette agli studenti d’organizzarsi in modo individuale, gestendo in modo flessibile il proprio tempo e permettendo di conciliare al meglio lo studio con tutti gli altri impegni. Niente più trasferte casa-scuola, sono state un risparmio notevole di tempo, di soldi, meno stress e un impatto ambientale positivo. Apprezzata infine l’esperienza del lavoro a distanza, una modalità che probabilmente ritroveranno nel futuro mondo del lavoro. Non solo rose e fiori, evidentemente.

L’insegnamento a distanza ha ampi margini di miglioramento. Da una parte, sia dal profilo organizzativo che tecnico, con più tempo sarà possibile passare da una soluzione d’urgenza a qualcosa di più stabile e raffinato. D’altra parte i docenti, che con un tempo limitatissimo a disposizione in gran parte hanno potuto solo trasferire “in rete” l’insegnamento concepito per essere svolto in classe, potranno ripensare le loro lezioni non solo per adattarsi alle nuove tecnologie ma per poterne sfruttare il grande potenziale. L’insegnamento in presenza resterà la modalità principale anche in futuro ma la formazione a distanza, come il lavoro da casa, nella misura e nelle modalità corrette, saranno un’eredità positiva di questo momento difficile per la società tutta.

Alberto Petruzzella, presidente SUPSI

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L’insegnamento a distanza ha indubbiamente parecchi meriti, ma un punto dev’essere attentamente considerato. Esso induce nello studente un deficit di socialità che può avere effetti negativi. A casa, davanti al computer, egli vede sullo schermo il docente, la lavagna e le facce dei compagni di classe. Una modalità da escludere? No, può essere utile. Da accettare e promuovere acriticamente? Parimenti no.