La chiusura causata dal coronavirus ha generato nel breve termine una forte crisi nel settore automobilistico. Fiat Chrysler Automobiles sta cercando finanziamenti per il rilancio della propria attività che viene svolta in Italia. L’azienda ha confermato la richiesta di un prestito di 6,3 miliardi di euro sostenuto con garanzie dello stato italiano così come stabilito dagli ultimi decreti governativi approvati per ridare vita all’economia italiana con linee di credito bancarie a condizioni agevolate.

La notizia ha generato una prima forte reazione polemica sul finanziamento, creando tensioni soprattutto all’interno della coalizione politica di maggioranza.  Alcuni politici infatti, hanno messo in dubbio il prestito in quanto la casa automobilistica ha spostato la sede legale nei Paesi Bassi e la sede fiscale nel Regno Unito dopo la fusione di Fiat con la statunitense Chrysler. La richiesta dunque è che FCA riporti la sua sede legale e fiscale sotto la giurisdizione italiana, per pagare le tasse in Italia, affinché lo stato possa concedere la garanzia.

Le attività di FCA in Italia forniscono lavoro a circa 10 mila piccole e medie imprese che fanno parte della catena di approvvigionamento automobilistico. Un’attività che genera il 6,2% del prodotto interno lordo italiano e rappresenta il 7% del totale dei posti di lavoro manufatturieri in Italia. Impiega 55 mila persone nei suoi 16 stabilimenti italiani e nei 26 siti di ricerca e sviluppo ed è ancora oggi il più grande gruppo industriale italiano. Oltre la metà del fatturato Italia è rappresentato dall’export delle auto prodotte.

“Non abbiamo bisogno di porre il problema chi va e perché in altri paesi. Dobbiamo semplicemente rendere il nostro paese più attraente. Dobbiamo chiederci perché vanno all’estero”, ha sottolineato il premier italiano Giuseppe Conte, favorevole alla linea di credito richiesta e confermando che la questione verrà affrontata in un prossimo decreto atto a semplificare gli aspetti burocratici. “È un prestito e non un regalo”, ha dichiarato il ministro dell’Economia italiano Roberto Gualtieri, spiegando innanzitutto che il “decreto liquidità” non prevede contributi a fondo perduto e che bisogna aiutare il sistema produttivo italiano ad assorbire lo shock economico causato dal Covid-19. FCA Italy è stata colpita dal coronavirus come tutte le altre aziende italiane e può accedere al Fondo di garanzia a patto che rispetti i livelli occupazionali, esattamente come recita la legge. Secondo i sostenitore della FCA, a prescindere dalla sede fiscale, le attività dei gruppi aziendali che riguardano i lavoratori indigeni vanno salvaguardate.

Fiat Chrysler Automobiles è in fase di fusione con la casa automobilistica francese PSA Peugeot. Entrambi hanno annullato i dividendi promessi ai loro azionisti come parte dell’accordo di fusione a causa della crisi del coronavirus, ma il progetto strategico proseguirà secondo i piani e tempi previsti.