Il parere della Commissione regionale dei Beni culturali sullo stadio di San Siro è stato lapidario: il “monumento” di Sport e Concerti dell’Italia nel Mondo, può essere abbattuto. Risale, infatti, a meno di settanta anni fa, ovvero il lasso di tempo canonico perché un’opera sia considerata “bene storico” e venga mantenuta.

Lo stadio di San Siro nel 1990

Il primo anello è quello più antico, e non viene considerato di pregio dal punto di vista architettonico; il secondo ha sessantacinque anni e così il Meazza si configura come un “corpo unico” formato da stratificazioni aggiunte in epoche diverse, non meritevole di conservazione.

Così, ha decretato la Commissione, lo stadio “storico” di Milano potrà essere abbattuto, benché la Sovraintendenza regionale sperasse per il contrario, considerando, almeno il secondo anello, come “icona dello sport”.

Il sindaco Beppe Sala si è mostrato favorevole ai due nuovi progetti dei due studi in lizza, manica/Sportium e Populus, che prevedono almeno di mantenere la sagoma del Meazza, ma al parere della Commissione regionale, non sono mancate aspre reazioni.

Così il presidente del Municipio 7 Marco Bestetti, di FI, ha dichiarato: “risulta difficile accettare che edifici fatiscenti come l’ex istituto Marchiondi di Baggio siano sottoposti a rigidi vincoli della Sovrintendenza, che ormai ne tutelano solo il degrado, mentre lo stadio Meazza, la Scala del calcio, un monumento dell’Italia nel mondo, sia considerato dalla stessa Sovrintendenza come un inutile opera da abbattere e cancellare per sempre. Credo sia l’ennesima conferma di come la burocrazia sia spesso nemica del buonsenso“

Ma c’è anche chi, come Simone Sollazzo, propone un referendum popolare ai milanesi: “

Forse siamo abituati a ragionare solo in termini di convenienza economica al giorno d’oggi e non più in termini di valori affettivi che poi fanno la differenza oltre che la storia di una città. Non credo che un mancato “valore culturale” possa comunque cancellare un indiscutibile “valore architettonico” che è stato riconosciuto in maniera unanime nel mondo. Non si tratta di conservare solo un muro o una rampa o un anello. È un intero sito che racchiude storie di campioni e generazioni “

Lo stadio di San Siro oggi (con copertura in plexiglas)

C’è tuttavia poco da sperare che San Siro venga salvato, poiché all’abbattimento ci sono anche pareri favorevoli, come Alessandro De Chirico di Forza Italia, che invita ad andare avanti senza “buttare nel cestino il lavoro di dieci mesi e iniziare daccapo l’intero iter“.

E chi, invece, come gli esponenti dei Verdi, Mariolina de Luca e Andrea Bonessa, vedono, nell’abbattimento dello storico stadio “l’ultimo atto della speculazione”.