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“Gli esami non sono importanti”. Talvolta (o forse molto spesso) la pezza è peggiore del buco.

I motivi di Bertoli sono: a) effettuare gli esami metterebbe in pericolo la salute di studenti e professori; b) altri cantoni hanno rinunciato; c) ci sono elementi di valutazione già acquisiti. Il primo è indubbiamente il meno plausibile.

E il Consiglio di Stato lo ha sostenuto. Teoricamente avrebbe potuto anche non farlo, ma in pratica il titolare del Dipartimento – “lo sa lui come si fa” – viene ostacolato e sconfessato solo in circostanze eccezionali. Fatto debito conto delle posizioni assunte dai presidenti di PLR e PPD (prendendo il tutto per oro colato ed escludendo una sceneggiata) poteva anche configurarsi una maggioranza di 4 a 1.

Volendo dirla tutta, ci si potrebbe anche chiedere che cosa fanno questi liceali in giro a spasso dalla metà di marzo. Non è il massimo per l’immagine dei nostri istituti. In cerca della migliore giustificazione per l’annullamento Bertoli ha pescato questa: gli esami non sono importanti, non sono significativi, possono essere sostituiti da altre cose, eccetera eccetera. Un pensiero errato, che toglie valore e autorevolezza alla scuola. Ci sono forze politiche che in continuazione spingono al fine di moltiplicare gli anni di studio dei giovani e i relativi titoli, senza dubbio per il bene della società. “Tout le monde doit avoir un bac!”. Questo obiettivo è discutibile ma diventa assurdo se i diplomi conseguiti perdono sostanza. In conclusione (qui bisogna essere sintetici). Ministro Bertoli (concessa qualche attenuante): bocciato!

Francesco De Maria (risposta alla “domandina” di Lorenzo Quadri sul Mattino)