Riceviamo e volentieri pubblichiamo (testo integrale)

 

foto Wiki commons (ivaN)

MOZIONE

Presentata da: Sara Imelli, Diana Tenconi, Michele Guerra

e i confirmatari Maddalena Ermotti Lepori, Sabrina Gendotti, Nadia Ghisolfi, Alessio Ghisla, Giovanni Berardi, Carlo Lepori, Roberta Passardi, Cristina Maderni, Cristina Gardenghi, Anna Biscossa, Gina La Mantia, Simona Buri, Ivo Durish, Henrik Bang, Leila Guscio, Massimiliano Robbiani, Alex Gianella, Matteo Pronzini, Lea Ferrari, Sem Genini, Giorgio Galusero, Matteo Quadranti, Omar Terraneo, Maristella Polli

Riesamina della proposta di Faido quale sede del Museo cantonale di storia naturale

Come noto il Consiglio di Stato nel dicembre del 2017 ha emanato la decisione di spostare il Museo cantonale di storia naturale da Lugano a Locarno.

Il Consiglio di Stato ha motivato la sua scelta con “l’inserimento di una struttura pubblica come il Museo in quest’area si deve alla posizione centrale alla Città, alla presenza di corpi di fabbrica esistenti utilizzabile a tale fine e di possibili superfici disponibili per nuove edificazione”.

Nella sua risposta del 19 febbraio u.s. all’interrogazione Tenconi del 9 dicembre 2019 il Consiglio di stato fa un elenco dei motivi secondo i quali Faido e gli stabili degli ex Hotel Suisse e Hotel Milano non si addicono al futuro Museo di storia naturale. Con poche aggiunte non fa che ripetere quello che aveva già affermato nel 2017 al momento in cui aveva indicato quale luogo privilegiato il Comparto di Santa Caterina a Locarno. La valutazione negativa degli edifici era stata fatta nel 2017 dallo studio Guscetti di Locarno e a nostra conoscenza non ci sono mai stati, ne allora ne nel tempo intercorso, dei veri sopralluoghi e una valutazione sul posto sia degli edifici sia di tutto il comparto.

Con la presente chiediamo pertanto di tornare ad esaminare in modo approfondito, la proposta inoltrata nel settembre del 2016 dal Comune di Faido e presentare a breve scadenza un’analisi comparativa fra le due varianti ( Faido e Locarno). Si tratta di un investimento molto importante e di una scelta strategica qualificante per tutto il Cantone e per la quale il Gran Consiglio deve avere la possibilità di poter scegliere fra due opzioni formulate sulla base di criteri di valutazione analoghi.

ARGOMENTI  

Non siamo i soli a pensare che Faido potrebbe essere un’ottima ubicazione per il Museo di storia naturale.

L’appello lanciato come Museo sulla Natura nella Natura….a Faido nel 2016 è stato condiviso da quasi 5’000 adesioni da tutto il Cantone, (fra le quali particolarmente interessante per valutare il pubblico potenziale almeno 2/3 dei direttori/trici delle scuole medie cantonali), a conferma del vivo interesse suscitato dal progetto

Il contesto nel quale si inserirebbe a Faido il Museo di storia naturale può essere considerato un autentico e straordinario “museo naturale all’aperto” che si sposerebbe perfettamente con le finalità didattiche, scientifiche, culturali e turistiche della storica istituzione cantonale, arricchendola di un grande polmone verde di inusitata complessità. Basti citare per il solo Comune di Faido, ben 17 riserve naturali, 3 zone di protezione del paesaggio e 12 zone di protezione della natura e la magnifica cascata della Piumogna. Da Quinto con la funicolare del Ritom, si accede alla incomparabile regione della Val Piora, celebre per la sua ricchissima biodiversità e i suoi laghi, da 200 anni oggetto di studi da parte di ricercatori e scienziati. Qui sorge il Centro di Biologia Alpina, vera eccellenza a livello internazionale, con una media di 2500 pernottamenti di studiosi da tutto il mondo nei soli tre mesi di apertura annuale. Per non dire dell’importanza della zona del Lago Tremorgio e del Campolungo nel quadro della storia geologica della catena alpina, nonché dei musei del comprensorio da quello di Leventina ai due sul San Gottardo.

La scelta di Faido sarebbe in sintonia con quelle fatte per musei di storia e scienze naturali di nuova generazione, ad esempio quello di Trento, che si trovano ora ai margini o lontani dai centri urbani, con immediati accessi a zone escursionistiche e di scoperte paesaggistiche, geologiche, di flora e fauna. I frequentatori non sono catapultati in spazi di turismo cittadino dove già si trovano innumerevoli offerte di ristoranti, spettacoli, eventi, mega concerti bensì vicini o immersi in un ambiente che permette anche una frequentazione più consapevole della natura. A Faido si troverebbe ai piedi dei contrafforti del San Gottardo, cuore mitico del nostro paese e non in un centro urbano sovraffollato di vacanzieri.

I due edifici proposti per il museo hanno ospitato in passato hotel, sale da ricevimenti, laboratori artigianali, e appartamenti, gli spazi sono molto ampi e il comparto comprende terreni adiacenti edificabili. Secondo il CdS la loro struttura non sarebbe sufficientemente flessibile e malleabile per un museo. Un ex convento pluricentenario invece si?

L’argomento ci sembra alquanto affrettato, visto che nessuno studio approfondito è stato fatto, mentre un mandato di studio è stato attribuito a ben quattro studi di architettura affinché analizzino il comparto di Santa Caterina a Locarno. “Tenendo conto – come è stato scritto sul Cdt a fine 2019 – che una parte del complesso, vale a dire il monastero e la chiesa, non potranno subire interventi invasivi…

Alcuni dei punti più delicati da affrontare saranno probabilmente quelli degli accessi, in considerazione della scarsa ampiezza dei vicoli che conducono al monastero e alla chiesa. Via Pannelle e via Santa Caterina sono dei «budelli», mentre via delle Monache, da dove si accede alla chiesa, presenta una pendenza non indifferente. Più agevole, ma tutto da inventare, un possibile accesso da via Cappuccini, ingresso che però allontanerebbe il museo da Largo Zorzi e piazza Grande”. Aggiungiamo che oltre al difficile accesso l’insediamento del Museo in una città già congestionata dal traffico creerebbe ulteriore inquinamento e costi ai visitatori in quanto i posteggi sono pochi e costosi (autosilo comunale). La stazione ferroviaria si trova a Muralto.

A Faido gli edifici atti ad ospitare il Museo di storia naturale sorgono a pochi metri di distanza dalla stazione, che usufruirà del potenziamento della vecchia tratta del San Gottardo da parte della Südostbahn. Una comodità unica per visite turistiche e di scolaresche con i mezzi pubblici, dal Ticino, dalla Svizzera interna e dal Nord Italia. Faido si colloca al centro di un bacino d’utenza che raggiunge facilmente tutto il Cantone (da Chiasso per esempio la differenza in treno è di circa 30 minuti compensati dal fatto che a Locarno ci sono ancor almeno dieci minuti da fare a piedi). Senza dimenticare il vantaggio di avere un’uscita autostradale a 5 minuti di distanza e tanto spazio per posteggi.

Il Consiglio di Stato ha optato per un investimento in una città lasciando cadere nel vuoto le reiterate dichiarazione di sostegno alle zone periferiche. Il Locarnese, senza che ce ne vogliano, ha già ricevuto e sta ricevendo molti milioni, citiamo: I ricorrenti contributi al Festival del cinema, Palacinema, aiuti alla struttura e alle manifestazioni del Monte Verità, l’acquisto delle Isole di Brissago, Cinema GranRex (fra l’altro con soldi in origine destinati a iniziative a favore delle regioni discoste). La decisione è anche poco lungimirante, a nostro modo di vedere, perché si perde un’opportunità per promuovere forme di turismo sostenibile, con impatti ambientali ridotti, che hanno un grande potenziale in ampi spazi in mezzo alla natura, per la gente che l’ama e la vorrà scoprire anche in un Museo.

L’ipotesi Faido rappresenta un’occasione davvero storica per “favorire una regione decentrata” (così come scritto nel documento del CdS del 20 dicembre 2017), proposito ribadito in leggi, programmi di legislatura e documenti innumerevoli di varia natura politica e pianificatoria e tante belle parole. Si tratterebbe di una scelta atta a suddividere in modo equo gli investimenti ma anche a definire in modo coerente una politica degli insediamenti culturali sostenuti dal Cantone con dei punti di forza mirati e identificabili. Si tratterebbe di creare non solo posti di lavoro pregiati ma anche un centro vivo di cultura e ricerca in una regione di montagna alle prese con i ben noti problemi demografici ed economici ma dove si sta facendo molto con iniziative locali per il suo rilancio e per la qualità di vita.

Nel momento attuale e mentre ci si prepara ad affrontare un difficile processo di rilancio dell’economia, un investimento per un importante progetto culturale ed economico in Leventina è più urgente che mai.

Con la presente mozione si chiede al Consiglio di Stato:

1. Esaminare in modo approfondito, la proposta inoltrata nel settembre del 2016 dal Comune di Faido per collocare la nuova sede del Museo di storia naturale nel comparto alberghiero degli edifici Ex Hotel Suisse e Hotel Milano, nel quartiere della Stazione FFS di Faido e di farlo con il contributo di esperti super partes, per esempio competenti di nuova museologia da fuori cantone. Riesame da effettuare con opportuni sopralluoghi con le parti interessate.

2. Formulare all’intenzione del legislativo una valutazione comparativa fra le due varianti (Faido e Locarno) comprendente il potenziale di pubblico sia da un punto di vista della provenienza sia di quello della tipologia (scolaresche, appassionati della natura, villeggianti), raffronti sull’accessibilità e sull’impatto ambientale, possibili collaborazioni e sinergie, nonché di sottoporre al Gran Consiglio una decisione di principio in merito.

3. Esaminare i costi di gestione degli stabili una volta ristrutturati e in particolare anche i costi e la gestione per il mantenimento di un clima di temperatura e umidità costanti ed adeguati alla conservazione dei beni esposti nelle sale e nei depositi.