Le donne socialiste all’attacco

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Il testo (con le relative “minacce”) non impegna il portale.

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In vista dell’anniversario dello sciopero femminista del 14 giugno 2019, le donne del Gruppo Socialista alle Camere Federali annunciano il boicottaggio di incontri informativi con soli esperti e relatori uomini. La crisi del coronavirus ha messo in evidenza che le donne svolgono un ruolo fondamentale per la nostra società e devono essere interpellate quando si tratta di ricostruire l’economia e creare nuove basi per la ripartenza. Le donne non devono più essere messe a tacere. Devono essere visibili e ascoltate.

“Dei nove inviti che ho ricevuto negli ultimi tempi, sette hanno incluso solo uomini come esperti o relatori”, spiega Tamara Funiciello, consigliera nazionale (PS) e co-presidente delle Donne* socialiste svizzere. Che si tratti di blockchain, dell’innovazione tecnologica contro il riscaldamento globale o dell’effetto dell’attuale crisi sull’industria meccanica, elettrica e metallurgica svizzera, le donne semplicemente non esistono. “Questa situazione è inaccettabile e dannosa, perché bisogna tener conto di tutte le componenti della società per trovare soluzioni condivise ai problemi del nostro tempo.”

Con questo boicottaggio si spera che gli organizzatori di eventi informativi vengano stimolati a coinvolgere maggiormente le donne e a dare loro più spazio. “Noi Donne* socialiste non assisteremo più a delle conferenze che non prevedono almeno una donna come esperta o relatrice”, afferma Ada Marra, consigliera nazionale e vicepresidente del Partito socialista. “Chiediamo alle colleghe e ai colleghi in parlamento di essere solidali e di partecipare con noi al boicottaggio.”

A un anno dallo storico sciopero femminista, è il momento di passare dalle parole ai fatti.

Donne socialiste svizzere

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