E niente rappresentanza ticinese nelle trattative con l’Italia
Ma l’UDC non mollerà

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COMUNICATO

Il Gran Consiglio ticinese non vuole reagire contro l’assalto dei raccoglitori di funghi provenienti da oltre frontiera e ha respinto la mozione dell’UDC, sostenuta dalla Lega, di introdurre unan tassa per i “fungiatt” stranieri. Ancora una volta, il Ticino sembra aver paura delle ripercussioni dall’Italia o si fa problemi morali quando invece l’Italia non esita a praticare la stessa e identica politica sul suo proprio suolo.

Come in aula lo spiegavano Tiziano Galeazzi in difesa della mozione di Piero Marchesi del 2019, la relatrice Lara Filippini e Edo Pellegrini a nome del gruppo; in alcune regioni italiane i raccoglitori di funghi stranieri o pagano una tassa o devono dimostrare di soggiornare nelle strutture alberghiere del posto. L’UDC si chiede allora come mai il Ticino si fa mille problemi a tutelare i propri boschi – pagando la manutenzione e la pulizia – e il proprio ambiente – considerando il traffico automobilistico dei fungiatt stranieri, quando in Italia questa tutela è già prassi da tempo.

L’Italia è stata tema anche nella mozione del 2012 di Sergio Morisoli che chiedeva che ci fosse sempre una rappresentanza ticinese nelle trattative della Svizzera con l’Italia. Almeno così, durante le trattative si potrebbe discutere in italiano e non in inglese e farsi davvero capire. Il Ticino avrebbe bisogno di più autonomia in alcuni ambiti diplomatici con l’Italia, proprio perché subisce molto la vicinanza con il grande mercato italiano e ha bisogno di potersi arrangiare in modo più snello che non passando sempre da Berna e da Roma. E’ comunque scandaloso che una tale proposta così importante sia sparita nei cassetti dell’amministrazione cantonale per ben otto anni e che venga ora liquidata dichiarandola evasa quando in realtà evasa non è. Perciò Paolo Pamini a nome del gruppo UDC ha annunciato che deporrà prossimamente un altro atto parlamentare in tal senso.

UDC Ticino