Per l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, ucciso dopo essere stato drogato e poi smembrato, (i resti erano stati affidati ad un agente turco), la Turchia ha condannato in contumacia 20 sauditi, tra cui l’ex-numero due dell’intelligence saudita, Ahmed al-Asiri e un ex consigliere dell’erede al trono (il principe Mohammed bin Salman) Saud al-Qahtani. Accusati di aver istigato un omicidio premeditato con intenti mostruosi, i due suddetti sono imputati assieme ad altri diciotto, accusati, invece, di omicidio e di tortura.

Il procuratore turco chiede per tutti gli imputati l’ergastolo aggravato, la pena più pesante prevista dalla Turchia, dopo l’abolizione della pena di morte nel 2002.

Khashoggi, aveva 40 anni

È iniziato ieri il processo per l’assassinio del giornalista turco che indignò il mondo. La prossima udienza sarà il 24 novembre.

In aula erano presenti la relatrice delle Nazioni Unite per le uccisioni extragiudiziali, Agnes Callamard e, in qualità di testimone, la fidanzata della vittima, la turca Hatice Cengiz.

Un’accusa in 117 pagine all’intelligence saudita, con l’accusa più terribile: omicidio, tortura, occultamento di cadavere.

Attirato con una trappola all’interno del consolato saudita a Istanbul, secondo un piano prestabilito e premeditato, Jamal Khashoggi si presentò alla rappresentanza diplomatica assieme alla fidanzata, con la quale si sarebbe dovuto sposare a breve e che lo aspettò fuori. Da quella rappresentanza diplomatica, però, Khashoggi non uscì mai.

Inutilmente la fidanzata lo aspettò fuori, aveva anche il cellulare che il giornalista le aveva lasciato in custodia.

La Turchia, che aveva piazzato dentro il consolato innumerevoli microspie, poté in seguito vantare registrazioni, che mostravano la voce sempre più allarmata e poi flebile di Jamal, mentre i torturatori lo assalivano.

Il corpo venne poi tagliato con una motosega e sciolto nell’acido. I resti dell’ex editorialista del Washington Post non sono mai stati trovati.

Il procuratore capo di Riad, Saud al Mojeb, in una conferenza stampa ammise la responsabilità dell’Arabia Saudita: Kashoggi fu avvelenato, ucciso e fatto a pezzi. Poi, consegnato a un agente di sicurezza turco fuori dalla sede.