Le note della colonna sonora di Mission solcano l’aria stanca d’un mesto giorno di luglio. S’intrecciano tra la rara brezza del vespro, indugiano, poi, da lievi divengono sempre più intense e salgono al cielo. Accarezzano fontane barocche, rocche medioevali, castelli e paesi: ogni città piange la scomparsa d’un genio. E lo omaggia, ognuno a modo suo. Quale omaggio, per colui che ha contrassegnato – cavalcandone il ponte che li unisce – due secoli, il ventesimo e grigio ventunesimo con musiche che entrano nel regno dell’Eternità?

Ennio Morricone ha lasciato questo mondo in punta di piedi, ma la sua scomparsa ha generato una voragine comunque: forse perché, senza il luminare della musica non solo italiana ma mondiale, ci rendiamo conto di quanto sia vuota l’umanità senza i suoi geni.

Ennio – che del primo poeta latino porta il nome – è stato il poeta della musica classica contemporanea. Ha amato, la musica, certo e moltissimo sua moglie Maria, che ha sposato all’età di 28 anni e alla quale ha dedicato, in diretta e commosso dal palco degli Oscar (che ha solcato per due volte, nel2007 e nel 2010) tutte le sue vittorie.

Scomparso la notte del 6 luglio alle 2.20, un uomo che è già diventato un dio, ha voluto i funerali privati, e, forse, sapeva di morire: prima della caduta, un mese fa, che gli ha provocato la rottura del femore, per la quale era ricoverato a Trigoria, al Campus biomedico di Roma Vincenzo, aveva scritto, di suo pugno, il suo epitaffio. Proprio come i grandi del passato che, ancora in vita, sapendo di essere ormai entrati nel Pantheon degli Eterni, scrivevano quel che, dopo che avrebbero lasciato questo mondo, sarebbe stato letto.

Nato il 10 novembre 1928 a Roma, studia al Conservatorio di Santa Cecilia, si diploma in tromba, in strumentazione per banda, in composizione, in musica corale e direzione di coro. Giovanissimo, inizia a suonare per le orchestre e, a 23 anni, inizia a scrivere musiche per film. Assunto dalla RCA italiana, diviene arrangiatore di musica leggera su commissione del direttore artistico Vincenzo Micocci: sue sono, infatti, (inaspettatamente, forse) diverse musiche leggere quali Se telefonando interpretata da Mina, C’era un ragazzo interpretata da Gianni Morandi, Sapore di Sale cantata da Gino Paoli, Abbronzatissima e guarda come dondolo interpretate da Edoardo Vianello, e persino La Solitudine cantata, negli anni Novanta, da Laura Pausini.  Assunto dalla RAI come assistente musicale, si dimette il primo giorno non appena viene a sapere che non potrà trasmettere la sua musica.  Nel 1961, a trentatré anni è il più giovane maestro d’orchestra del Giugno della Canzone Napoletana.

Poi, i successi salgono e non si contano più: sono più di sessanta i film, tutti vincitori di premi, che hanno ottenuto la sua colonna sonora: celeberrimi sono quelli di Sergio Leone, che lo vedono trionfare con Per un  pugno di dollari ( per il quale, nel 1965 vinse il suo primo Nastro d’Argento), per qualche dollaro in più, il buono, il brutto, il cattivo, C’era una volta il west quest’ultima vende un milione e 260mila copie solo in Francia, Giù la testa, C’era una volta in America. Celebri anche quelli con Bernardo Bertolucci e con Giuseppe Tornatore, come Nuovo cinema Paradiso o la Leggenda del Pianista sull’Oceano o Brian de Palma con Gli Intoccabili.

Nel 1984 vince il BAFTA (The British Academy of Film & Television Arts) per C’era una volta in America, due anni dopo replica il premio con la colonna sonora del film Mission aggiungendovi il Golden Globe; un anno dopo ancora una nuova vittoria con Gli Intoccabili aggiungendo, questa volta, il Nastro d’argento, il Golden Globe e il Grammy Award; e lo stesso successo lo ottiene nel 1992 e nel 2001 per Bugsy e per Malena.

Nel 1995 vince il Leone d’Oro alla Carriera al 52esimo Festival di Venezia; dal 2007 la consacrazione lo raggiunge, assieme agli Oscar: il Premio Oscar alla Carriera, e, nel 2016 il Premio Oscar per la Migliore Colonna Sonora per The Hateful Eight, di Quentin Tarantino.

Ormai, Morricone è un luminare della musica mondiale: diversi gruppi musicali – rock e metal – aprono i concerti con le sue colonne sonore.

Nel 2011 compone l’Elegia per l’Italia, in cui unisce l’Inno di Mameli al Va’ Pensiero per sancire l’unità del Paese; dirige, nel 2015, la Missa Papi Francisci per l’elezione del nuovo Pontefice. Innumerevoli sono le composizioni per programmi televisivi, documentari.

A lui è dedicato un asteroide, il 152188 Morricone, detiene la seconda categoria nazionale degli scacchi, la Legion d’Onore francese, il Premio Principessa delle Asturie per l’Arte di Spagna, oltre a innumerevoli onorificenze italiane.

Così, con la scomparsa di Ennio Morricone, si chiude un’epoca, la nostra, forse il canto del cigno della musica classica che, dalla contemporaneità, seppe trarre vigore eccelso. Mentre, per Morricone, si aprono le porte dell’Olimpo che già si erano dischiuse quando ancora egli faceva aprire le porte dei templi con le sue note divine.