C’est le ton qui fait la musique! dicono i francesi. Oggi il compassato Corriere del Ticino ospitava a pagina 3 un articolo (arch. Vittorio Pedrocchi) sull’iniziativa detta “di limitazione” promossa dall’UDC (e respinta dal governo e dal parlamento) in votazione il prossimo 27 settembre. 

Nulla di male, direte, una normale opinione politica. Già. Ma le parole erano aspre e l’attacco alla consigliera federale Karin Keller Sutter (in breve: KKS) veemente. 

Quel voto è cruciale per l’avvenire del nostro Paese. Molti pensano che vincerà il No (ma nel Ticino ci sono speranze). La Weltwoche stima che un Sì al 40% potrebbe bloccare l’approvazione dell’accordo quadro fermamente voluto dalla triade politica PLR-C*VP-PS.

*) La C soggetta a rimozione o conferma

Rimangono due mesi di campagna, dei quali uno e mezzo in estate. La coalizione politica maggioritaria è dominante nell’establishment e nei media, ma è giusto che i fautori del Sì abbiano il loro spazio, anche se non piace al governo. Dunque un’approvazione per il Corriere.

Abbiamo scelto un passaggio significativo ad uso dei nostri lettori.

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“Patetica, anzi decisamente penosa [KKS, ndR] nei suoi proclami dogmatici del 22 giugno, con il cipiglio e con l’indice puntato minacciosamente, di chi si crede in possesso della  verità, inconfutabile, unica, assoluta. E a sostegno delle sue elucubrazioni necessita dell’appoggio di quattro rappresentanti delle varie categorie economiche e sindacali del settore industriale che prevedono, in caso di accettazione, catastrofi indicibili, povertà, carestie e calamità ancora più terribili, nella perfetta attitudine dello schiavo, terrorizzato e vilmente prostrato di fronte alle neppure tanto velate minacce dell’Unione europea, e che hanno dimenticato o fanno finta di dimenticare quanto in passato in situazioni analoghe si è rivelato più che positivo per il bene e lo sviluppo del Paese (vedi rifiuto dello SEE del 6 dicembre 1992).

Una proposta, quella in votazione, di straordinaria urgenza ed estremamente sensata per porre finalmente un freno e un limite all’invasione inaccettabile (… …)”

arch. Vittorio Pedrocchi