Ieri abbiamo pubblicato la notizia (vedi) del lancio di una iniziativa cantonale per rendere punibile l’eutanasia praticata su animali da compagnia sani.

Foto Wiki commons (Massimilianogualardi) – https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en

Ieri il Corriere ha pubblicato una lettera desolata scritta dal veterinario che ha eseguito il fulmineamente noto intervento (ha “addormentato” un cane cieco e sordo), divenendo bersaglio di feroci attacchi sui “social”.

“L’ultimo weekend ero di servizio per il picchetto veterinario cantonale. Alle 8 di sabato mattina si è presentata in urgenza una signora in lacrime dicendomi che aveva deciso di far eutanasiare il suo cane cieco e sordo cha abbaiava giorno e notte. Mi ha detto che da settimane aveva provato di tutto, che i vicini l’avevano denunciata, che la polizia era venuta a più riprese e che adesso le aveva ingiunto di far eutanasiare l’animale, altrimenti avrebbero provveduto loro. Io ho controllato il cane che effettivamente era cieco e sordo e abbaiava senza sosta. Ho consultato online il registro AMICUS dei cani e verificato che l’animale appartenesse alla signora. Lei mi ha ripetuto che lo faceva su ingiunzione della polizia e che era l’unica soluzione. L’eutanasia è sempre una decisione dolorosa per il proprietario, ma anche per il veterinario.” (…)

Contro di me – racconta il malcapitato veterinario – “si è scatenato un putiferio di lettere di insulti e di minacce di morte indirizzate al nostro studio per mail, telefono e soprattutto sui social.”

* * *

Prendo lo spunto da questo caso per formulare una breve riflessione.

1  Molto spesso la realtà ha (almeno) due facce. La ragione e il torto si possono facilmente mescolare.

2  I “social” hanno acquisito un potere immenso e questo potere non è assolutamente innocente. Sono frequentati da “tutti”, da cafoni pazzeschi e da persone mal intenzionate, così come da persone normali e talvolta di alto livello.

3  Chi si scatena sui social lo fa perché, dopo aver vomitato l’odio, si sente alleviato nella sua frustrazione. Il social in questi casi risulta (detto un po’ cinicamente) “terapeutico”. Ma noi non lodiamo la medicina.

4  Infine, elemento importante, c’è l’isteria. La gente crede che la Terra bruci, che Cristoforo Colombo fosse un criminale e Montanelli un pedofilo. Che sia doveroso inginocchiarsi in mezzo alla strada, e non certo a Dio, al quale ormai credono in pochi. Per tutte queste credenze ed azioni i social agiscono come un prodigioso e micidiale volano.

Noi speriamo che al povero veterinario (che ha fatto bene a sfogarsi sul Corriere) non accada nulla di male.