L’ex re di Spagna Juan Carlos I ha deciso di lasciare il paese e secondo alcuni media lo avrebbe già fatto, andadosi a stabilire a Santo Domingo. Lo ha comunicato in una lettera indirizzata al figlio e attuale sovrano re Filipe VI, che poi è stata diffusa in un comunicato stampa.

All’origine di questo esilio volontario la crescente pressione dell’opinione pubblica e politica a causa di alcuni indagini per evasione fiscale e un affare poco trasparente riguardante una notevole cifra ricevuta dal reale su un conto svizzero. Il destinatario era una fondazione panamense collegata alla monarchia saudita. Secondo i giornali Juan Carlos avrebbe ricevuto nel 2011 ben 100milioni di euro per favorire l’affidamento dell’appalto da quasi 7 miliardi di euro per la costruzione di una ferrovia tra Mecca e Medina a ditte spagnole. La procura di Ginevra aveva aperto un’indagine sul caso due anni fa e da allora sono emersi diversi dettagli riguardi fondi neri detenuti dall’ex monarca in paradisi fiscali e spesso condivisi con l’amante Corinna Larsen. Tutto ciò fu fonte di notevole imbarazzo per il re Felipe che si è prontamente diseredato dal patrimonio del padre e lo ha privato del suo vitalizio annuale di circa 200mila euro.

La “fuga” del re è stata quasi sicuramente concordata con la famiglia, e probabilmente anche con Pedro Sánchez, a causa della sua immagine ormai irrimediabilmente compromessa. Le reazioni sono state non particolarmente positive. In molti hanno lodato la trasparenza e il modo di agire esemplare che hanno contraddistinto l’attuale re e si sono anche espressi positivamente riguardo alla decisione di Juan Carlos di andare in esilio, in modo da non influenzare la reputazione del figlio. Altri invece hanno ritenuto la sua scelta codarda. Tra questi Pablo Iglesias che che sottolineato che la fuga all’estero è stata “un gesto indegno”, un capo di stato dovrebbe “rispondere dei suoi comportamenti in Spagna davanti al suo popolo”.

Inevitabilmente si sono risollevati dibattiti riguardanti la forma di governo vigente in Spagna. Il gruppo parlamentare Unidas Podemos ha dichiarato che non ha senso mantenere “una monarchia senza i minimi valori etici”. Tuttavia, secondo i recenti sondaggi la metà degli spagnoli si dichiara monarchico mentre un buon 46% repubblicano.