“Insinuare che AITI voglia dare un peso specifico inferiore alla vita umana rispetto alla sopravvivenza di un’azienda (e dei suoi posti di lavoro) è un atto di malafede. Del resto è difficile attendersi qualcosa di diverso da un sindacato che in parte del suo DNA serba l’idea che gli imprenditori non siano altro che dei criminali.

Semplicememente è corretto, onesto e legittimo ricordare che quelli che soccombono per le conseguenze economiche della pandemia non vanno dimenticati e hanno la medesima dignità di quelli che purtroppo non ce l’hanno fatta a causa della malattia.” (dal CdT odierno)

Stefano Modenini

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Tratto da un’efficace risposta a un articolo veramente capzioso e, osiamo dire, insultante pubblicato da un sindacalista. I “padroni” disprezzano la vita dei loro operai?

Il virus uccide, si sa (ma, come ha detto l’on. De Rosa, ieri abbiamo avuto l’agognato Doppio Zero). La vita umana è sacra, e proprio per questo ci domandiamo (anche): il disastro economico quante vittime può provocare?