TOPSHOT - A picture shows the scene of an explosion in Beirut on August 4, 2020. - A large explosion rocked the Lebanese capital Beirut on August 4, an AFP correspondent said. The blast, which rattled entire buildings and broke glass, was felt in several parts of the city. (Photo by Anwar AMRO / AFP) (Photo by ANWAR AMRO/AFP via Getty Images)

Il Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, dopo l’intesa con il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha aperto con l’Onu la raccolta fondi per aiutare il popolo libanese gravemente colpito dall’esplosione del 4 agosto a Beirut, per la quale ancora si indagano le cause.

Dalla Conferenza dei donatori, che si è impegnata a donare 250 milioni, erano però assenti Turchia e Russia. Nel frattempo, per le strade di Beirut, per il secondo giorno consecutivo, ci sono stati scontri con gas e lacrimogeni e lancio di pietre da parte dei manifestanti. Da sabato, al grido di “rivoluzione”, migliaia di persone si sono riversate nelle strade di Beirut, per protestare contro il governo.

Il ministro dell’istruzione, Mana Abdel Samal si è dimesso, per non aver “soddisfatto le sue aspirazioni”, mentre il ministro dell’ambiente, Damianos Kattar si è destituito.

Il patriarca maronita, Bechara Boutros al-Rahi ha chiesto che sia l’intero governo a dimettersi, in quanto “incapace di far fare passi avanti al Paese”

Sabato un fantoccio raffigurante il movimento sciita Hezbollah è stato impiccato in piazza: Hezbollah ha risposto che non intende cadere nelle provocazioni del popolo, anche se una nuova ondata di laicismo (e libertà) sta avvenendo: il nome del suo leader, Hasan Nasrallah, preceduto dal titolo di sayyid, discendente del Profeta Maometto, è stato più volte oggetto di insulti espressi verbalmente in tv, graffiti e sui muri della città.