Il Corriere pubblica oggi un editoriale – molto centrato e, soprattutto, molto coraggioso – del suo direttore. Intendiamoci, Fabio non ce la farà, non ce la può fare, perché il match è truccato. Ma che il nostro principale organo mediatico assuma una posizione del genere, ha un significato importante.

Una frasetta con tre P (nella Divina Commedia ne potete trovare addirittura sette).   Il Potere sembra molto interessato alla Pandemia e poco alla Proporzionalità.

* * *

Ve l’immaginate un Consiglio federale di sette epidemiologi e virologi, con presidente di turno il dottor Martin Ackermann, attuale capo della cosiddetta task force COVID-19?

Vivremmo in uno stato di polizia sanitaria: tutto vietato tranne le poche cose essenziali senza le quali non si può vivere. (…)

In febbraio, marzo e aprile si facevano pochi esami: i test venivano persino rifiutati alle persone che annunciavano al medico di avere qualche sintomo simile a quelli della COVID-19. Oggi invece il virus viene cercato. Se nella fase acuta le autorità sanitarie avessero fatto tanti test quanti se ne fanno oggi su persone che non si ammalano e non presentano sintomi appariscenti, la curva dei contagi sarebbe stata molto, ma molto più elevata e in ascesa. (…)

Dal 22 giugno i nuovi casi in Ticino sono stati meno di 150. [Dunque poco più di 2 al giorno]  (…)

Il Governo dei virologi seguirebbe il principio di precauzione interpretato all’eccesso, in modo integralista, ossia tenendo conto solo e soltanto della dimensione sanitaria del problema, trascurando o ignorando le altre dimensioni (sociale, economica). Che invece vanno considerate in tutto il loro peso poiché sono in gioco le nostre libertà, la serenità nei rapporti interpersonali, la solidità delle aziende, i posti di lavoro, i nostri redditi, la qualità di vita della grande maggioranza delle persone. Non è il virus a dover ingabbiare la società: è la società a dover ingabbiare il virus con saggezza e intelligenza. Gli scienziati dovrebbero aiutare i politici a conseguire questo obiettivo.

Fabio Pontiggia

Ti approverebbero Garzoni, Merlani, De Rosa, Gobbi? Chissà. Noi diciamo: hai scritto quello che pensavi, sei stato coraggioso e hai fatto bene.