La First lady alla convention: la sua figura composta, la sua voce pacata, il suo messaggio di civiltà 

Melania Trump alla Convention dei Repubblicani, sua è stata la seconda giornata

Melania Trump, first lady USA, è andata oltre le offese subite dalla convention democratica e, in risposta, ribadite dalla convention repubblicana. Oltre la virulenza di Obama, oltre l’irosità dei pro Biden, Melania ha chiuso la seconda giornata della convention americana dei repubblicani, in corsa per le elezioni 2020.

È arrivata da sola, sul podio del Garden Rose, appena restaurato secondo il suo gusto. Ad attenderla, in prima fila, il Presidente, seduto assieme a ministri e notabili, su sedie ben distanziate.

Melania è arrivata composta, la pandemia, il suo primo argomento. Ha fatto molte, troppe sofferenze, ha detto, e ha chiamato la pandemia “nemico invisibile” e non “virus cinese”.

“Voglio esprimere” ha detto in primis Melania “la mia vicinanza a tutte le persone che hanno perso una persona cara. Voglio ringraziare sentitamente le nostre infermiere e il nostro personale medico, i soccorritori e gli insegnanti. Tutti coloro che si sono trovati in prima linea contro questo nemico invisibile. So che molti di voi” ha poi continuato “sono preoccupati per quello che sta avvenendo: vi invito, guardate che non siete soli. Mio marito e questa amministrazione continueranno a battersi per voi, fino a che non avremo superato questo momento difficile.” Ha quindi invitato gli elettori a rivotare The Donald, poiché il Tycoon sarà, ancora una volta, “vicino a che soffre”.

Melania rappresenta quella parte pacata e calma dei Repubblicani, che piace agli elettori più miti.

Tanto quanto Michelle Obama è corpulenta, imponente, dalla voce possente e veneranda, Melania è fine, composta, fuori dalla retorica degli slogan, così come per quanto riguarda lo spinoso tema del razzismo: dopo Nikky Haley, ex governatrice Statunitense, di origine indiana, ha ribadito che gli Stati Uniti non sono razzisti, anche Melania, ex modella slovena, ha raccontato di come è cresciuta sotto il comunismo, sognando gli Stati Uniti, e di come sia ora “orgogliosa cittadina americana dal 2006”. La storia, ha detto, insegna. A cominciare da quelle personali. “Ho avuto l’opportunità di conoscere alcuni Paesi africani, nel mio giro da First Lady. In Ghana ho visto i luoghi da cui partivano gli schiavi. Ho ancora in mente le spiegazioni della guida, la crudeltà, le atrocità” ha detto. Poi l’invito a non giudicare nessuno dal colore della pelle e, riguardo il violento movimento dei Black Lives Matter, la first lady ha lanciato un nuovo appello:” Sollecito tutte le persone a confrontarsi in un modo civile. Chiedo di porre fine alle violenze, ai saccheggi, anche se chi li compie pensa di farlo in nome della giustizia”.