È stato presentato ieri mattina al Palazzo dei Congressi il progetto Vincenzo Vicari fotografo. Il Ticino che cambia, alla presenza del Sindaco di Lugano Marco Borradori, del Municipale e Capodicastero Cultura Roberto Badaracco, del Direttore del MASI Tobia Bezzola e dei rappresentanti delle numerose istituzioni coinvolte. Intento della conferenza stampa era infatti presentare l’insieme delle attività che saranno dedicate nei prossimi mesi al fotografo luganese, iniziando proprio dall’esposizione che si aprirà oggi a Palazzo Reali.

1960 circa – Camion Luganella

«È difficile condensare in poche righe la figura di Vincenzo Vicari» ha esordito il Sindaco Marco Borradori, ricordando «il fotografo caro ai Luganesi, appassionato della vita e della sua professione. Personalità poliedrica e profondamente umana, non perse mai l’umiltà e il genuino piacere di stare tra la gente. I suoi scatti sono una testimonianza unica e preziosa dell’evoluzione paesaggistica, urbana, architettonica, ingegneristica e sociale del Ticino, e in particolare della nostra città. Con questo progetto la Città di Lugano contribuisce ad arricchire la vita culturale e sociale del nostro cantone con lo sviluppo di sinergie e progetti di valore.

Unire le forze significa anche creare e promuovere una piattaforma culturale ricca di senso, a beneficio di tutta la popolazione. Un altro obiettivo che ci siamo prefissati è continuare a valorizzare il patrimonio artistico e culturale in cui affondano i legami di appartenenza al territorio e le nostre radici: questa iniziativa valorizza infine il fondo fotografico di Vincenzo Vicari che è stato di recente catalogato e restaurato».

Autoritratto

Il Municipale e capodicastero Cultura Roberto Badaracco ha invece sottolineato come il progetto sia «al tempo stesso un punto di arrivo e un punto di partenza. Un punto di arrivo perché restituisce finalmente alla collettività un patrimonio fotografico che da anni è parte integrante delle collezioni cittadine ed è ora fruibile sotto forma di cinque esposizioni e un’istallazione all’Archivio di Stato di Bellinzona, un libro e una piattaforma digitale. Ma è anche un punto di partenza per ulteriori sviluppi che sappiano mettere al centro un’idea di cultura diffusa, non coni, nei musei e nelle biblioteche, ma aperta al territorio, ai suoi cambiamenti e alle sue tradizioni. Grazie alla testimonianza preziosa del lavoro di Vicari possiamo tornare a guardare a Lugano e al Ticino, alla nostra identità, con occhi nuovi, più consapevoli della ricchezza del patrimonio che ci è stato tramandato e forse più pronti per affrontare le sfide del futuro».

Il direttore del MASI Tobia Bezzola ha evidenziato come «la mostra presso Palazzo Reali sia non solo un’offerta interessantissima dal punto di vista culturale e storico, ma anche un’occasione per scoprire un fotografo importante che, pur avendo lavorato su incarico in molti dei suoi progetti, è riuscito a creare un corpus fotografico di grande originalità e valore estetico».