A commento dell’intervista al professor Baranzini, che abbiamo ripreso da “ilFederalista”.

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SENZAQUORUM  Maiuscolo richiamo al fatto che il Ticino vada (ri)letto (anche) nella sua funzione di: «minuta espressione geo-economica» seducente per la sua collocazione mediterranea in terra elvetica.

L’avida diottria del periscopio mercantile apolide inquadra il TI quale a) terra «elvetica» (con tutti i suoi {per ora sufficienti} cliché: sicurezza, stabilità, snellezza burocratica) e b) confinante con la “regione” mediterranea formidabile fornitrice di manodopera poco/tanto qualificata disponibile a costi concorrenziali. Sfido chiunque a non ritenere tale condizione capitalisticamente ottimale.

Per cui da tempo immemore è iniziato quel “brainwashing” teso a somministrarci dati “massaggiati” relativi a un aleatorio “trickle down”, insomma sulle (tuttavia presunte) ricadute positive per la popolazione stanziale. In altre parole ci vien detto, “questa è la nostra unica possibilità di ricchezza”. Chi subisce tale condizionamento per uno strano meccanismo è convinto (è stato convinto) che “non esiste alternativa”. Dacché mondo è mondo i dominati leggono …il mondo con la prospettiva indotta dai dominanti.

Nella realtà le cose stanno diversamente: c’è una produzione di ricchezza che viene incamerata sostanzialmente da una sola categoria grazie al lavoro (e ai disagi) di tutte le altre, comprese quelle perdenti. Esiste perfino un corollario di costi “ambientali” necessari a sostenere tale micidiale congegno: strade, traffico, caro affitti, spese sociali. Inoltre le statistiche sull’occupazione sono mostrate esclusivamente per tentare di dimostrare che c’è necessità di manodopera: in realtà è una manodopera che va a soddisfare una richiesta “specifica” (a circolo chiuso) di quella struttura di produzione necessaria alle ditte “importate/stanziate” per poter “reggere” il proprio status economico extraterritoriale.

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Questo non è un articolo ma un semplice post, lucido e argomentato.

In sostanza senza quorum ci dice, sempre con garbo e senza alzare la voce: il nostro attuale modello – che potremmo chiamare (proposta mia) “economiesuisse dal Gottardo in giù” non va bene, o anche: che esso vada bene, è un’illusione.

Masse di lavoratori (da rispettare) entrano ogni giorno da noi per lavorare e noi cerchiamo di vivere – almeno in parte – del loro lavoro, mostrando scarsa volontà e iniziativa, lamentandoci forte, sempre con il pensiero fisso a “quegli anni d’oro”.

“Non torneranno più!” mi disse un giorno un uomo guardandomi fisso negli occhi, e lui doveva saperlo meglio di me.

senzaquorum (vi giuro che non so chi sia) è un critico fine e tagliente, che non fa sconti. Ma ce l’ha una soluzione per noi? Io scommetto di no.