Il parlamento ha bocciato l’istituzione della CPI con 38 No, 37 Sì e 8 astensioni.

Tutti i media mettono in rilievo l’appassionato intervento di Natalia Ferrara (PLR), che potrebbe essersi rivelato decisivo in favore del No.

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PLR    

No ai politici-giudici: anche il parlamento dice NO alla Commissione Parlamentare d’inchiesta
Per il PLR è importante che si punti su prevenzione e direttive chiare in materia di abusi sessuali

(com)  Con il suo voto di oggi, il Gran Consiglio ha detto NO all’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) sul caso di abusi sessuali ancora oggetto delle relative procedure penali.

Per il PLR è sempre stato chiaro: fare giustizia non è compito dei politici e del Parlamento, per rispetto delle persone, delle vittime e delle stesse istituzioni. Ora è soprattutto essenziale verificare con attenzione che le procedure in materia di abusi sessuali in seno all’Amministrazione cantonale siano chiare, che si dia grande importanza al tema della prevenzione e alle direttive a tutti i livelli. L’obiettivo è che ognuno, sia le vittime sia chi è chiamato a proteggerle, sappia cosa deve fare di fronte ad eventuali segnalazioni.

Come PLRT ribadiamo l’importanza della separazione dei poteri senza invasioni di campo tra politica e giustizia. La CPI non sarebbe stato lo strumento adeguato.

Partito liberale radicale

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Molti deputati hanno giudicato che una CPI non fosse lo strumento adatto per affrontare quel caso di grave abuso sessuale lontano nel tempo (cioè, più esattamente, la sua possibile copertura da parte di funzionari dello Stato) e che il tema non avesse la necessaria “grande rilevanza istituzionale” richiesta, e su ciò si può essere d’accordo.

Il PLR ha dato una grossa mano al PS, che si trovava in acque agitate, poiché il caso lo toccava (e tocca) da vicino. Siamo facili profeti prevedendo aspre polemiche sui portali e sui “social”.