Il Gran Consiglio ha votato 38 a 37 ma il direttore del Corriere vota 100 a 0. Questo l’incipit del suo editoriale odierno dal titolo “Un saggio diniego per senso dello Stato”.

“Dobbiamo essere grati al gruppo del Partito liberale radicale e in primis alla deputata Natalia Ferrara: grazie alla loro fermezza sui principi basilari dello Stato di diritto ci è stata risparmiata l’ennesima sceneggiata di una commissione parlamentare d’inchiesta (CPI). Con una decisione a sorpresa, e con un solo voto di scarto (quanto è stato prezioso quel no), il Gran Consiglio ha rifiutato ieri di dare seguito alla richiesta formulata un anno fa dal presidente del PPD e sostenuta dalla Gestione. Sarebbe stato un altro esercizio costoso (80 mila franchi) e in questo caso non solo inutile, ma deleterio, perché oggetto dell’indagine doveva essere una vicenda che tocca aspetti personali, emotivi, intimi, delicatissimi, che sono causa di sofferenza anche a distanza di anni: gli abusi sessuali su giovani donne da parte di un funzionario del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), nel frattempo allontanato.”

L’articolo in sé – una classica esercitazione di Pontiggia-pensiero – è accettabile (benché unilaterale: Pontiggia non fa sconti) ma su un punto importante appare, a nostro avviso, criticabile. Sembra che Pontiggia creda che compito della CPI fosse quello di decidere sulla colpevolezza dell’abusatore B. Ovviamente non è così. Sull’abusatore B. hanno deciso e decideranno (in sede di ricorso) i tribunali.

Quale sarebbe stato il compito reale della CPI ? Quello di valutare se in quel particolare ufficio dipartimentale vi siano state coperture e/o favoreggiamenti tra persone legate da un’appartenenza partitica. Un tema di “grande rilevanza istituzionale”? Come il direttore del Corriere, anche noi diremmo di no.

E adesso che cosa succede? Il PPD (Dadò in testa) e la Lega si prenderanno una solenne arrabbiatura e faranno fuoco e fiamme, gridando all’insabbiamento.

I socialisti si salvano ma ne escono con un occhio nero, principalmente per il loro comportamento insincero (o, se suona meglio, astuto). Prima firmano il rapporto, poi si “pentono” e votano contro. Uscirne bene in verità era impossibile, si è puntato al minor danno.

Trionfatrice indiscussa della giornata Natalia Ferrara, eroina del Partito e del Corriere.