Definita dal mainstream “ultracattolica”, “pericolosa estremista”, appartenente a una “setta”, la nuova giudice è in realtà una donna plurilaureata, eccellente in giurisprudenza tanto da aver ottenuto, ai tempi dell’Università, la più alta onorificenza nazionale, e ha adottato due bambini togliendoli dalle miserie di Haiti.

Eppure, per i principali quotidiani, è soltanto una “fanatica” che succederà a Ruth Bader Ginsburg, definita, invece, “icona” progressista.

Poiché alla fine, essere cattolici al giorno d’oggi è andare contro corrente, ed essere contro corrente, significa essere diversi, pazzi, scriteriati da combattere.  

Amy Coney Barrett

Trump ha scelto il giudice che succederà a Ruth Bader Ginsburg, deceduta il 18 settembre 2020. La nuova eroina dei giuristi conservatori è una donna di 48 anni, madre di sette figli, cinque biologici e due adottati ad Haiti, cattolica.

Nominata da Trump quest’oggi, nonostante corressero voci e posizioni bilaterali che esigevano che l’erede giudice della Corte d’Appello del Settimo distretto di Chicago succedesse alla Ginsburg solo dopo il voto e l’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti, Amy Coney Barrett ha tutte le carte in regola per il gravoso, oneroso e onorevole compito che le spetta.

È la maggiore di sette figli, nipote di un combattente in marina nella Seconda Guerra Mondiale, vincitrice del Premio Hoynes, la più alta onorificenza per gli studenti meritevoli di giurisprudenza. È sposata con Jesse M. Barrett, con il quale ha generato cinque bambini e adottato due da Haiti.

Cattolica romana praticante, è antiabortista e appartiene al gruppo di Rinnovamento Carismatico Cattolico.

La candidata di Trump aprirà, quindi, una dura battaglia al Congresso per la sua conferma definitiva, proprio due settimane prima del voto.

Trump ha scelto così di rendere la battaglia più dura, cospicua e densa, proprio perché alla fine, una vittoria è saporita solo se ben combattuta.