Il giudice federale di Washington DC, Carl Nichols, si è pronunciato all’ultimo minuto con una sentenza a favore della società ByteDance, impedendo all’amministrazione Trump di costringere le multinazionali Apple e Google a rimuovere il servizio dell’app video cinese TikTok negli Stati Uniti. Tiktok è un’applicazione che permette ai ragazzi, soprattutto giovanissimi, di pubblicare brevi video. Il divieto sarebbe dovuto entrare in vigore subito dopo la mezzanotte di ieri.

Gli avvocati di TikTok hanno sostenuto durante l’udienza di domenica, che il divieto avrebbe irrimediabilmente danneggiato l’attività del social networking e che un’azione di divieto non era necessaria in quanto è in corso la conclusione di un accordo che soddisfi la Casa Bianca, peraltro approvato preliminarmente da Trump la scorsa settimana. Divieto giudicato “arbitrario e capriccioso” che minerebbe la sicurezza dei dati bloccando gli aggiornamenti e le correzioni dell’app. Non solo. “Sarebbe anche un duro colpo alla libertà di parola a poche settimane dalle elezioni statunitensi, hanno affermato gli avvocati di TikTok. 

“Non sarebbe diverso dal governo che chiude le porte ad un forum pubblico”, ha detto al giudice l’avvocato John Hall“Che senso ha imporre questo divieto all’app store stasera quando sono in corso trattative che potrebbero renderlo superfluo?”, ha aggiunto.

“È un rischio oggi e merita di essere affrontato oggi anche mentre altre cose sono in gioco”, ha replicato in tribunale l’avvocato del Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti, Daniel Schwei.

Scaricata da circa 2 miliardi di utenti a livello globale, l’app TikTok viene usata almeno una volta al mese da 100 milioni di statunitensi, la metà la utilizza quotidianamente. Sullo stesso livello quindi di Facebook, Instagram, Snapchat e YouTube. Con la differenza però che la società proprietaria di TikTok è privata, legalmente costituita nelle Isole Cayman con sede a Pechino, e non quotata nel mercato azionario americano.  

La sentenza arriva una settimana dopo che un giudice della California ha emesso una sentenza separata che ha impedito all’amministrazione Trump di implementare un divieto simile contro un’altra app cinese di social media, WeChat.

Dopo aver minacciato ad agosto di vietare TikTok, Trump ha successivamente cambiato opinione, dichiarando che avrebbe consentito l’uso dell’app negli Stati Uniti fintanto che la società cinese proprietaria(ByteDance) l’avesse venduta ad un’azienda americana. Anche se d’accordo sulla proposta di Oracle e Walmart di acquisire una parte del capitale sociale di una nuova società con sede negli USA quotata in una borsa valori statunitense con il compito di gestire TikTok in tutto il mondo, Trump ha sollevato preoccupazioni sulla struttura dell’accordo.

L’amministrazione Trump sta intensificando gli sforzi per rivalutare le protezioni legali per quelle società di social media che vengono percepite come prevenute nei confronti dei conservatori. Un’accusa che tutte le società tecnologiche hanno rifiutato. Al momento, il Dipartimento del commercio degli Stati Uniti non si è pronunciato sull’intenzione di fare appello. Intanto, la sentenza di ieri rappresenta però un’ulteriore battuta d’arresto per la missione della Casa Bianca di bloccare le app cinesi.