PENSIERO DEL GIORNO di oltregottardo

In favore di chi votano i “dimenticati”?

Nemmeno il sottoscritto impazzisce per il ciuffone americano, ma i ripensamenti tardivi dei “liberal” sfiorano il ridicolo. “I dimenticati del nuovo secolo hanno fatto la rivoluzione. A destra, perché la sinistra non li ha voluti vedere” ho letto da qualche parte. E condivido.

Anzi, il cosiddetto progressismo culturale è semmai complice primario della «mostruosa, grezza, rozza, becera, ignorante, burina, incolta» reazione popolare (termini utilizzati nel “matraquage” informativo quotidiano) perlomeno sulla base del noto principio “dinamico” secondo il quale… ad ogni azione corrisponde una reazione. Nel caso specifico si potrebbe parlare di… inazione, di latitanza e di menefreghismo degli enti preposti alla crescita democratica. Proprio perché se la cultura politica popolare fosse pure, in una certa misura, come descritta dai megafoni ufficiali vi sarebbero evidentemente pre-esistenti complicità (politiche/formative/istituzionali) assai pesanti.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere: due mondi separati in casa; un mondo “periferico” invisibile, dimenticato, snobbato, sostanzialmente quello che oggi è l’elettorato definito con il consunto, improprio e discriminante termine di populista: altrimenti detto il popolo dei …“social”. Sempre usato nell’accezione infamante, beninteso. Per opposto un ristretto (tuttavia cocciuto e potente) mondo composto di una nuova classe culturalmente egemone fatta di quadri ben retribuiti, di funzionari protetti dal loro status, di “intellettuali” votati a una generica causa terzomondista, tuttavia ben blindati nella loro endogamia (anche) abitativa. Fanatici divulgatori di un’astratta “mondialisation heureuse” Concetto diffuso con l’arroganza che ci ricorda la famosa “boria dei dotti” descritta dal Vico.