di Martino Marconi, membro di Coordinamento della Gioventù Comunista

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Riceviamo e pubblichiamo questo interessante contributo, che non impegna la linea redazionale.

Secondo noi il passaggio citato da Erroi : “E questo non ci scandalizza dal momento in cui la scuola non è (e non deve essere) un mondo ovattato, ma è un luogo in cui esiste – piaccia o meno – una battaglia delle idee. Nulla è infatti neutrale in una società in cui esistono classi sociali contrapposte” è abbastanza infelice, e mi spiego brevemente.

Prendiamo ad esempio un docente XY, desideroso di combattere “la battaglia delle idee”. Che cosa farà probabilmente, infiammato da sacro zelo? Si batterà contro il “fascismo” (immaginario). Possono essere i sovranisti, gli avversari dell’Unione europea, quelli che non credono al CO2, quelli che credono che al mondo ci siano uomini e donne, quelli che (questo è veramente il massimo) … sostengono la rielezione di Trump.

Il nostro docente combatterà senza risparmio di forze la sua “battaglia delle idee”. Per la Verità. Per il Bene dell’Umanità. Si sentirà legittimato sulla sua cattedra.

I Giovani UDC (fatalmente) lo accuseranno di fare propaganda a scuola. Poi, che cosa accadrà? Chissà.

Quanto all’on. Bertoli, pare abbia detto: “datemi degli esempi concreti”, convinto di aver assestato una botta vincente. Attenzione Manuele, potresti avere delle sorprese! 

Per finire, voglio lodare i Giovani UDC per la loro mossa, che ha suscitato un immediato dibattito. Ci voleva!

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MARTINO MARCONI  Prendo atto che, per Lorenzo Erroi, la Gioventù Comunista (io compreso) è un manipolo di fanatici pronti allo squadrismo digitale. Magari vi ho disorientati, quindi vado subito al fulcro della questione. Questo martedì, in prima pagina su LaRegione è apparso un articolo a firma di Erroi, dove da un lato criticava i Giovani UDC (GUDC) per la loro iniziativa scuole libere, mentre dall’altro attaccava la Gioventù comunista (GC) con gli epiteti sopra riportati per la nostra risposta ai GUDC.

Mi sono chiesto allora chi è un fanatico, perché se Erroi lo dice con la sua proprietà di linguaggio allora avrà ragione, e mi sbaglio sicuramente io. Fanatico è una “[persona] invasata da grande entusiasmo per la propria fede e intollerante d’ogni altra religione” (Treccani) e per estensione vale anche per le ideologie politiche. Intolleranza, questo è il punto. Non credo che citare la Treccani mi catapulti al grado di filosofo come Giovanni Gentile, citato da Erroi solo per mostrare una cultura supposta, ma ritengo di avere le capacità di base che si suppone abbia una persona alfabetizzata, cioè lettura (comprensione) e scrittura. Erroi pare abbia sviluppato solo la seconda, lasciando la comprensione nascosta sotto il banco di prima elementare, altrimenti non si spiega come non riesca a capire la posizione della GC. Riporto di seguito un passaggio del comunicato stampa da cui Erroi ha preso due mezze frasi per far vedere che non si inventava nulla: “E questo non ci scandalizza dal momento in cui la scuola non è (e non deve essere) un mondo ovattato, ma è un luogo in cui esiste – piaccia o meno – una battaglia delle idee. Nulla è infatti neutrale in una società in cui esistono classi sociali contrapposte”. Dov’è l’intolleranza? Mi sembra che Erroi abbia giocato sul classico luogo comune degli estremismi tutti uguali, cosa che peraltro ci viene insegnata proprio a scuola. Trovo assurdamente grave che un giornalista si possa permettere di travisare un comunicato stampa per far dire ad un’organizzazione politica cose mai dette.

Ci terrei dunque a rettificare le dichiarazioni di Erroi, spiegando le idee della GC. Il nostro comunicato verteva principalmente su delle esternazioni fatte dai GUDC in conferenza stampa. Ci tenevamo a sottolineare come non condividessimo la loro visione sulla scuola ro$$a, come si scriverebbe su altri giornali, indicando come la scuola abbia oggi un orientamento prettamente liberale, come è normale che sia nella nostra società. Nel comunicato stampa, vi erano svariati esempi di come nell’insegnamento vengano tralasciati temi importanti da un punto di vista storico, artistico, letterario, ecc. e come invece ne vengano promossi altri. Poi i docenti sono esseri umani con le loro idee, ambizioni e speranze, è irrealistico e disumano chiedere che si spoglino della loro umanità per insegnare una neutralità che non esiste. Perché questo è il punto: la neutralità non esiste. La critica ai GUDC contenuta nel comunicato stampa risiedeva proprio in questo: stanno cercando una neutralità insensata e impossibile nascondendosi dietro il luogo comune dei professori di sinistra, quando la scuola ha un’impostazione liberale in ogni materia, fino al concetto di didattica delle competenze. Inoltre con l’invito a inviarci delle testimonianze intendiamo portare all’attenzione del dibattito pubblico, ora che se ne parla, l’esistenza non solo della propaganda anticomunista, ma anche delle contaminazioni aziendali del sistema formativo e della messa al bando, ad esempio, della storiografia marxista dai metodi scientifici. Occorre lottare legittimamente e pubblicamente (l’insegnamento è, del resto, una questione pubblica) per democratizzare la scuola e renderla realmente plurale. Se Erroi, poliziotto delle libertà, non riesce a fare i dovuti distinguo, accusando chi lotta contro il pensiero egemonico di “polizia del pensiero” (situazione indubbiamente ironica), ce ne faremo una ragione.

La cosa più assurda è che questa nostra visione è propugnata da Erroi stesso nel suo pezzo, quindi è fanatico pure lui? Volendo attenersi al principio di buona fede, l’unica spiegazione per le parole che ci sono state rivolte è che il loro autore abbia una capacità di comprensione che sta sotto a quella richiesta per l’ottenimento della licenza media, per rimanere in tema scolastico. Prego quindi Erroi di stare più accorto in futuro nel leggere e comprendere i comunicati stampa che gli arriveranno da più parti, per evitare di superare il confine tra libertà di critica e falsità, che dovrebbe essere molto ma molto largo, ma che, come ha dimostrato con questo articolo, sa superare facilmente.