Questa lettera si riferisce all’Italia ma anche il governo svizzero deve affrontare gli stessi problemi: difendere i più deboli ma anche sostenere cittadini non poveri che la Pandemia potrebbe gettare sul lastrico: impiegati, artigiani, indipendenti, ecc. A tale scopo sono stati versati molti miliardi di franchi. 

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Lettera aperta di Massimo de Caro a Mattarella e Conte: chi ha lo stipendio garantito dallo stato non capisce la gravità di una seconda chiusura totale

Wikipedia – Foto Presidenza della Repubblica

100 scienziati, perlopiù stipendiati dallo stato italiano, hanno chiesto a Conte e Mattarella misure drastiche per contrastare il virus. Massimo de Caro, industriale che produce mascherine, mette in guardia: chi non ha uno stipendio garantito dallo stato, come questi scienziati, con un secondo lockdown soccomberà economicamente.

La scorsa primavera TicinoLive aveva pubblicato un’intervista esclusiva a Massimo de Caro relativa alla sua azienda spaziale Human Space Services. Nel frattempo è però arrivato il virus: l’imprenditore, sempre capace di cogliere le migliori opportunità e rendere utili i “cigni neri”, si è allora dato alla produzione di mascherine sanitarie in qualità di consulente della ditta veronese D&B. La sua vastissima esperienza, dall’ambito petroliero internazionale a quello politico, da quello spaziale sino a quello industriale, gli consente di avere una visione globale – e interna- della situazione economica d’Italia. Qui di seguito riportiamo il suo appello, sperando che venga colto da chi ha a cuore le sorti dell’Italia. E che dissuada anche la Svizzera dall’ipotizzare un secondo e mortifero lockdown. (Liliane Tami)

 

LA LETTERA DEI CENTO SCIENZIATI A MATTARELLA E CONTE: UN’ OCCASIONE MANCATA

Ho appena letto della lettera aperta di eminenti scienziati italiani al Presidente Mattarella ed al Presidente Conte. Questa lettera vede fermamente convinto anche il sottoscritto della necessità di misure più drastiche per cercare di arginare il virus.

Ho cominciato poi a scorrere i nominativi degli scienziati che hanno sottoscritto l’appello e mi è stato impossibile non notare che la maggior parte dei firmatari sono dei professori universitari e/o direttori di centri di ricerca che percepiscono un cospicuo stipendio pubblico anche in presenza di un lockdown totale. È anche il caso di ricordare che la maggior parte degli scienziati italiani sono precari e percepiscono stipendi ridicoli.

Comunque, giustamente i firmatari sottolineano come in una fase di emergenza come questa bisogna anteporre il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione agli interessi economici che verrebbero colpiti con misure più restrittive per combattere il Covid-19.

Però tutto questo si scontra con un altro indelebile articolo della nostra Costituzione, ovvero con il principio di uguaglianza così come dettato dall’art. 3. Con un ragionamento che potrebbe sembrare qualunquista verrebbe da dire che per questi cento scienziati è facile chiedere a gran voce il lockdown perché il 27 di ogni mese continuerebbero a percepire lo stipendio. Ma cosa dovrebbe dire il povero dipendente privato o il piccolo titolare di partita iva che con il lockdown, ripeto giustamente richiesto, vedrebbe perdere totalmente i propri mezzi economici di sostentamento?

Sappiamo bene che le misure di supporto messe in campo dal Governo troppo spesso arrivano in ritardo e queste persone devono comunque pagare le bollette e portare in tavola il cibo per sé e per i propri famigliari. Io ho sempre avuto grande fiducia nella scienza e senza scomodare il saggio di Snow sulle “Due Culture” ho sempre ritenuto che l’approccio “scientifico” sia sempre più pragmatico rispetto a quello umanista. Ecco che allora devo dire, non con qualche imbarazzo, che mi sarei aspettato una proposta che potrebbe sembrare provocatoria, ovvero che tutti i firmatari sono disposti a finanziare, con la parte eccedente i quattromila euro netti al mese percepiti come stipendio,  un fondo speciale per quei soggetti che in caso di lockdown vedrebbero chiuse le proprie attività.

Al termine del lockdown lo Stato, utilizzando anche i fondi del Recovery Fund, rimborserà le somme che sono state anticipate. Questo è un vero approccio solidaristico che mi sarei aspettato da uomini di scienza. Ovviamente questa proposta sarebbe stata ampliata a tutti i dipendenti pubblici, sempre per importi netti mensili superiori ai quattromila euro. Questo è un modo per far sentire il Paese nuovamente unito e compatto nell’affrontare l’emergenza Covid-19 senza lasciare indietro le fasce più deboli della nostra bellissima Italia. Ma forse è chiedere troppo anche agli uomini di scienza, che rimangono sempre uomini.

Massimo De Caro 

Massimo de Caro (a destra) è consulente per la ditta D&B, che produce oltre 200mila mascherine al giorno

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NOTA IMPORTANTE.  L’incredibile vita di Marino Massimo de Caro è raccontata nel libro Max Fox o le relazioni pericolose – Ascesa e caduta di Massimo De Caro, che ha diretto e depredato la biblioteca Girolamini di Napoli di Sergio Luzzatto.

Uomo di grandissima cultura, genio e capacità, ha però avuto problemi con la giustizia quando… ha rubato (e fatto restaurare a sue spese!) migliaia di volumi in stato di abbandono dalla Biblioteca dei Girolamini di Napoli.

Il suo esagerato amore per i libri antichi l’ha anche portato a ricreare il più perfetto libro falso della storia, il Sidereus Nuncius di Galileo Galileo. Il sidereus nuncius costruito da de Caro in anni di minuzioso lavoro è perfetto persino nella datazione al carbonio: ogni pagina è stata ricostruita da carta dell’epoca e ogni singola lettera della pressa è stata abilmente ricreata da Massimo de Caro ed usata per la stampa artigianale. Il libro falso era così perfetto che è stato accolto come vero dalla comunità scientifica, finché Massimo de Caro…non ha confessato essersi trattato di una sua opera d’arte fatta per la soddisfazione di creare un vero libro antico, ma in dispetto al tempo.