L’ultimo dibattito prima delle presidenziali è avvenuto ieri, ora svizzera-italiana mezzanotte e trenta. Donald Trump si è confrontato nel duello diretto con Joe Biden e tra i due, sorprendentemente, non v’è stato alcun insulto.

Il dibattito, dal palco dell’Università Belmont di Nashville, in Tennessee, ha avuto come moderatrice: Kristine Welker, con la quale il Presidente Trump alla fine si è addirittura complimentato per la di lei professionalità. E pensare che, nei giorni imminenti all’attacco, l’aveva definita una “democratica radicale”. La Welker, ritenuta da tutti sicura e determinata, ha fatto valere le norme fissate dalla Commissione indipendente, regole che prevedevano, addirittura, che i microfoni venissero silenziati per i primi due minuti da una parte e dall’altra. Scelta vincente, che ha permesso una conduzione morbida e senza intoppi.

La sfida è stata impostata sul coronavirus, l’economia, la politica estera, l’immigrazione, il razzismo, l’ambiente.

Non più irascibile, bensì netto e tagliente, Trump è parso aver prevalso.

Trump si oppone a un nuovo lockdown: «Se chiudiamo l’economia come hanno fatto i governatori democratici e come vuole fare Biden, il Paese va in rovina. Guardate che cosa è successo a New York: è una città fantasma». Ha detto, mentre Biden gli replicava: «Il virus si è diffuso di più negli Stati governati da repubblicani. Ci aspetta un inverno buio e Trump non ha un piano». Biden ha poi contrattaccato con vigore, ha agitato la mascherina dicendo he “questa avrebbe potuto salvare milioni di vite” mentre Trump, che non la portava ha ribadito “c’è il virus, sì, ma non è colpa mia: è colpa della Cina mentre gli USA troveranno a breve un vaccino”.

Biden non ha però proposto alternative alla politica di Trump se non “fare il contrario di quello che lui ha fatto”, ciò determina che il voto degli statunitensi sarà basato soprattutto sulla fiducia.

Alla fine, il sondaggio istantaneo realizzato dalla Cnn subito dopo il dibattito ha dato Biden vincitore su Trump (con il 53 contro 39 per cento), ma Trump è sembrato determinato e più convincente.

Sul tema ambiente, Trump ha difeso la sua gestione degli Usa, vantando il primato Usa nei combustibili fossili, e ha attaccato Biden sull’ormai celebre e romanzesca vicenda del di lui figlio Hunter, del quale, oltre a un video hot in cui fumava crack, sono stati scoperti contatti sospetti con l’Ucraina. Biden ha guardato l’orologio – punto critico, che ha ricordato la preveggenza di sconfitta di Bush senior quando, nel 1992, imbarazzato da una domanda di una donna, guardò l’orologio, farfugliò e lasciò involontariamente che Clinton si conquistasse il pubblico. Il punto debole di Trump è stato, invece, la mancanza di empatia riferita ai “dreamers” ovvero i messicani che da minorenni attraversarono il confine con il Messico e che ora vorrebbero la cittadinanza.

Nel frattempo, negli Usa, quasi 40 milioni di americani hanno già votato, anticipatamente, e tra soli dieci giorni si avrà il risultato finale. Se 40 milioni di persone hanno già deciso, significa che  soltanto agli stanti piace stare col fiato sospeso come in ciascun frammento di storia che pare poter esser vissuto mentre invece, forse, è già scritto.