Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo atto parlamentare.

INTERPELLANZA

Da parte di veterinari ticinesi abbiamo ricevuto delle segnalazioni riguardanti l’offerta di un “corso di laurea in medicina veterinaria”, con un collegamento col nostro territorio cantonale ma al di fuori degli enti attualmente riconosciuti nell’ambito della formazione terziaria.

Sappiamo che il Consiglio di Stato già in passato è dovuto intervenire per fare chiarezza su sedicenti università. Recentemente è stata notata l’attività del Dipartimento di studi europei Jean Monnet, che aveva suscitato l’interessamento del DECS quando operava dalla sua sede di Locarno. Ora la sede è a Lugano.

Fatta una rapida verifica a seguito della segnalazione, abbiamo reperito questo sito: https://jeanmonnet.ch/courses/corso-di-laurea-in-medicina-veterinaria/

C’è da chiedersi se la libertà di commercio non vada troppo lontano in un caso come questo, dove si induce il pubblico (oltretutto composto di giovani in cerca di una formazione) a ritenere che si tratti di una formazione di tipo universitario. Tanto più che il prodotto offerto culmina con qualcosa che viene chiamato laurea (in medicina veterinaria, medicina umana, odontoiatria,…), utilizzando nel logo la bandiera svizzera e il nome della città di Lugano, e portando il pubblico ad associare la Svizzera al titolo di laurea in questione.

Chiediamo al Consiglio di Stato:

1. se è al corrente della (nuova?) situazione del Dipartimento di studi europei Jean Monnet, ora a Lugano, e quali verifiche ha in previsione di effettuare.

2. Posto che non può chiamarsi “università” (e infatti si denomina “Dipartimento di studi europei” Jean Monnet), qual è il valore dei corsi e dei titoli rilasciati? (Valore per la Svizzera ed eventualmente, se noto, per l’Unione europea).

3. Fino a quando simili soggetti economici potranno utilizzare il termine “laurea” nelle loro offerte – un termine che indubbiamente viene ricollegato al concetto di “università” – generando dubbi e confusione?

4. Qual è al momento attuale la situazione in Ticino relativamente a sedicenti offerte di formazione di livello universitario (o terziario)? Vi sono procedimenti in corso?

5. A mente del Consiglio di Stato, si tratta di un fenomeno in crescita (magari favorito dalla generalizzazione delle offerte formative online)?

6. Quali potrebbero essere i rischi o gli inconvenienti per i potenziali clienti di simili operatori economici? A cosa bisogna prestare attenzione (ad es. terminologia utilizzata)? A chi vanno segnalate situazioni “sospette” in questo ambito?

Tamara Merlo e Maristella Patuzzi
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