Difendere l’indifendibile. In un’interessante intervista concessa alla liberatv di Marco Bazzi il municipale popolare democratico Angelo Jelmini dichiara, facendo prova di un sostanzioso ottimismo: “L’indice di gradimento del PVP è molto polarizzato”. Vorrei raccomandare al successore del Putto Verde (riprendo dal Mattino della Domenica lo scherzoso soprannome affibbiato al mio ex alunno) di non affannarsi a difendere l’indifendibile, soprattutto in tempi cruciali e perigliosi come il tempo presente. In realtà un’opera vantaggiosa e buona (il tunnel) è stata accompagnata da un piano viario per il centro città perfidamente ideologico, elaborato all’insegna del motto: l’automobilista è un furfante, puniamolo! Mi trovo alla pensilina Botta e voglio raggiungere il Palacongressi. Saranno 200 metri? Forse 150? Lo intravvedo oltre l’Alhambra. Ma sono obbligato a svoltare a sinistra nella via Pioda. Poi a destra in via Bossi, un cunicolo stretto con macchine parcheggiate sui due lati. Un SUV davanti a me ha fortunosamente trovato un buco e sta facendo manovra. Non è facile, e il guidatore si innervosisce. Qualche timido clacson (che gente educata). Arrivo se Dio vuole al corso Elvezia e giro a destra, solo quando tocca a me, finalmente. Punto verso il lago e scorgo un angolino del Palacongressi. Svolto infine a sinistra imboccando il viale Cattaneo, che ha ritrovato il doppio senso di percorrenza che aveva quando andavo al Ginnasio con i calzoni corti.

On. Jelmini, cinquant’anni mi hai tolto! On. Jelmini, non difendere l’indifendibile.

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Otto anni or sono scrivevo questi pensieri. Sono attuali? È cambiato qualcosa? Ditemelo voi…