Qual è il significato della rubrica “Il pensiero del giorno” che “alimentiamo” da qualche anno (ma non ogni giorno)? Ebbene, ci infiliamo dei brevi passaggi trovati nel web – nei giornali, nei portali, nei social – che colpiscono la nostra attenzione: per la loro acutezza, per la violenza, per l’originalità o altra ragione.

Sulla vicenda appassionante e politicamente rilevante dei “procuratori bocciati” ci siamo imbattuti in un pezzo tonitruante di Andrea Leoni di LiberaTV, che impugna la clava e veramente ne ha per tutti. Anzi no, non proprio tutti, perché i suoi (più o meno plausibili) eroi sono i membri della Commissione giustizia e diritti del Gran Consiglio (con eccezioni).

La faccenda si avvia rapidamente verso il suo climax (21 dicembre) e promette emozioni forti. Leoni, che è un passionale, si lascia veramente andare e assume toni esaltati da novello Savonarola (ma non per questo finirà come il frate).

Che cosa pensiamo noi? 1) Che si potrebbe facilmente scrivere un commento meno pantoclastico e più equilibrato.  2) Che la “riduzione a mano armata” da 27 a 20 in agenda al Solstizio d’inverno (giorno sacro ai pagani e in seguito anche ai cristiani) si annuncia come un thriller mozzafiato!

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“La decisione odierna della maggioranza dei commissari, esclusi quelli del PLR che si sono chiamati fuori, era l’unica possibile, a meno di non volersi avventurare in inesplorati fuoripista costituzionali (la legge impone la nomina dell’organico del Ministero Pubblico entro la fine di quest’anno). Sono infatti stati troppi gli errori procedurali, gli strafalcioni istituzionali, i diritti costituzionali calpestati (modello Bielorussia di Lukashenko), i dinieghi di accesso agli atti, le intromissioni indebite e le manchevolezze, per sanare del tutto un pasticcio di proporzioni epiche. Un pasticcio partorito in seno alla giustizia e che la politica si è trovata suo malgrado a gestire, senza molte vie d’uscita. Ci ha messo una toppa, che non è un belvedere, ma comunque stavolta è meglio del buco.

La Commissione, innanzitutto, ha restituito l’onore ai cinque magistrati. Stracciando il preavviso del Consiglio della magistratura, ha cestinato anche i giudizi brutali, e in alcuni casi professionalmente infamanti, che erano stati espressi nei confronti degli interessati.” (… …)