Il Municipio di Lugano ha ratificato oggi la decisione della giuria di assegnare il 1° premio per la riqualifica dell’ex Macello al progetto CAMPUS MATRIX dello studio di architettura Durisch+Nolli Architetti Sagl (capofila), congiuntamente al gruppo interdisciplinare di specialisti composto da Ingeni AG, Ifec Ingegneria SA e Westpol Landschaftsarchitekten. A seguito delle disposizioni per limitare la diffusione del contagio, l’esposizione dei progetti presentati si terrà online, a partire dal 18 dicembre.

Al concorso internazionale di architettura per il recupero dell’ex Macello, pubblicato il 5 ottobre 2019, si sono iscritti 123 studi di architettura provenienti da Svizzera, Spagna, Portogallo, Germania e Olanda. I progetti consegnati entro il termine previsto sono stati 82. La giuria ha valutato tutte le singole proposte nel corso del mese di maggio, selezionando 9 progetti ammessi alla seconda fase del concorso. Gli autori hanno sviluppato la loro idea elaborando un progetto interdisciplinare in collaborazione con gli specialisti.

La giuria, riunitasi lo scorso novembre, ha deciso all’unanimità di assegnare il primo premio al progetto denominato CAMPUS MATRIX dello studio di architettura Durisch+Nolli Architetti Sagl (capofila), con sede a Massagno, congiuntamente al gruppo interdisciplinare di specialisti composto da Ingeni AG (per l’ingegneria civile), Ifec Ingegneria SA (per l’ingegneria elettrotecnica, la fisica della costruzione, gli aspetti di impiantistica e di sicurezza in caso di incendio) e Westpol Landschaftsarchitekten (per l’architettura del paesaggio).

Il complesso dell’ex Macello è uno dei pochi esempi di architettura industriale ancora presenti a Lugano, e in particolare l’edificio centrale, con le sue ampie sale, costituisce un elemento di pregio architettonico e storico. Il progetto di recupero del comparto valorizzerà le qualità architettoniche degli edifici esistenti, attribuendo ai volumi nuove funzioni qualificanti, completando il complesso con un corpo residenziale.
L’obiettivo è riqualificare un’area con elevato potenziale di contenuti sociali e aggregativi, in grado di contribuire al nuovo disegno urbano incentrato attorno al fiume Cassarate. Questo spazio si trova infatti in una posizione centrale rispetto all’Università della Svizzera italiana, al nuovo campus USI/SUPSI e al futuro polo turistico congressuale a Campo Marzio Nord. (…) 

Il progetto di riconversione trasformerà l’area dell’ex Macello in uno spazio vivo, aperto e permeabile, con contenuti culturali, formativi e residenziali di qualità a beneficio di tutta la cittadinanza. Il prossimo passo sarà l’affinamento delle modalità realizzative e la richiesta di un credito di progettazione.

Esposizione pubblica dei progetti
Al fine di garantire le misure di sicurezza e di distanziamento sociale, l’esposizione pubblica dei progetti si terrà online a partire dal 18 dicembre. Tutti i progetti presentati saranno visibili sul sito www.lugano.ch.

Municipio di Lugano

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Abbiamo ricevuto anche la presa di posizione dell’associazione AIDA, che pubblichiamo. Chiaramente Ticinolive sostiene la restituzione del macello, ristrutturato e restaurato, ai cittadini di Lugano.

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Ieri il municipio di Lugano ha comunicato di aver ratificato la decisione della giuria di assegnare il 1° premio per la riqualifica dell’ex Macello al progetto CAMPUS MATRIX.

Il progetto pubblicato, come ogni progetto architettonico, può piacere o non piacere. Non sta alla nostra associazione esprimersi in questo senso, né lo vogliamo fare. Il progetto potrà anche essere bello e accattivante ma dal nostro punto di vista la questione è un’altra: il senso di un’operazione di restyling senza tener conto dell’attuale contenuto, che per decenni ha permesso esperienze di aggregazione, di espressione culturale, con una forte valenza civica di solidarietà, di militanza, di resistenza e soprattutto di non omologazione. A Lugano mancano spazi di aggregazione aperti.

Questo progetto di fatto cancella la possibilità di continuare un’esperienza di autogestione (tanto più che nulla si è fatto di concreto per proporre uno spazio alternativo). Se solo avesse voluto, l’esecutivo avrebbe potuto immaginare una ristrutturazione del luogo che contemplasse quella presenza, ma ha preferito, con la spinta della maggioranza del consiglio comunale, innescare la sua piccola battaglia contro il CSOA.

AIDA ha sempre criticato questo modo di procedere che nega il dialogo, benché lo proclami a parole. Se l’iter proposto dal Municipio andrà in porto, la storia del macello chiuderà un capitolo centrato sui contenuti per entrare in una dimensione centrata sulla forma: un bello spazio vuoto di cui compiacersi, indipendentemente da cosa ci troverà poi posto. Ma il tema dell’autogestione rimane, eccome!

Bruno Brughera, portavoce di AIDA