Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

La polemica continua. A nostro avviso questa disgraziatissima vicenda un pregio l’ha avuto: quella di mettere in luce l’impraticabilità del sistema.

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ASSOCIAZIONE TICINESE DEI GIORNALISTI

Critiche alla RSI da parte della Commissione Giustizia e diritti del Gran Consiglio ticinese

(com)  La nostra Associazione ha preso atto della segnalazione alla Corsi da parte della Commissione Giustizia e diritti sull’operato di un collega nel commentare la nomina da parte del Gran Consiglio ticinese dei membri del Ministero pubblico per il periodo 2021-2030.

Foto Ticinolive

Vogliamo precisare che il collega in questione – il giornalista del Quotidiano Francesco Lepori a differenza di quanto scrive la Commissione non è stato “trasformato” in esperto di questioni giudiziarie ma è un esperto di questa materia, sulla quale riferisce da diversi anni e sulla quale ha già pubblicato ben tre libri. Si tratta pertanto di un collega che si muove da tempo in questo ambito e che conosce a fondo questo argomento.

La struttura di quella puntata del Quotidiano – era il 14 dicembre scorso – ha permesso inoltre al telespettatore di poter distinguere chiaramente la parte relativa alla cronaca da quella dedicata al commento, commento che per sua stessa natura non prevede un dibattito o un contradditorio. Si è quindi rispettato il criterio, alla base della nostra professione, che vuole che la notizia sia ben distinta dall’analisi o dal commento. Da questo punto di vista i telespettatori si sono potuti costruire una propria opinione su quanto accaduto.

Lasciamo ai vertici della redazione del Quotidiano e del dipartimento Info RSI il compito di valutare se il commento – sicuramente solido e documentato – abbia fino in fondo rispettato i criteri del servizio pubblico, a cui è tenuta la stessa RSI. Sicuri, nel dire questo, che nella vicenda della nomina dei procuratori la verità non stia da una parte sola. Ricordiamo comunque che la Dichiarazione dei diritti e dei doveri del giornalista prevede anche la libertà di commento e di critica.

Più in generale la nostra Associazione vuole esprimere la propria preoccupazione per la crescente ingerenza del mondo della politica ticinese sull’operato dei giornalisti – e anche dei fotografi – che operano sul nostro territorio. Critiche e dissensi fanno parte delle regole del gioco, ci mancherebbe, ricordiamo però che c’è pur sempre una distinzione dei ruoli e che questa va rispettata. Rispetto che, dalle segnalazioni che riceviamo, rischia sempre più di venir compromesso a scapito della libertà giornalistica, alla base della nostra professione.

ATG