Questo il comunicato di GastroTicino, il cui presidente è Massimo Suter. Le sue sono parole forti ma il problema è sempre lo stesso, non cambia mai. Che cosa si può fare per lottare contro una decisione ingiusta, oltre che sparare una raffica di parole amare?

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Ancora una volta la politica non ha avuto il coraggio di assumersi le proprie responsabilità!

Le comunicazioni di oggi del Consiglio federale sull’avvio della consultazione tra i Cantoni della proposta di prolungare la chiusura della ristorazione sino a fine febbraio, suona come il pugno del KO. Invece di dare certezze sia morali che economiche, assistiamo al continuo tergiversare sulla fissazione di un limite chiaro e definitivo della chiusura del settore; le autorità federali preferiscono provvedimenti che vengono presi ogni due settimane, destabilizzando così il mondo imprenditoriale che non ha la possibilità di pianificare il proprio futuro.

Si dica con chiarezza perché la ristorazione deve essere l’unico capro espiatorio; con bar e ristoranti chiusi non si è assistito alla diminuzione dei contagi e quindi perché continuare con la chiusura? Per cui o si permetta al nostro settore e a quelli ugualmente messi in isolamento di lavorare, oppure si abbia il coraggio di chiudere tutti, senza fare discriminazioni tra figli e figliastri.

Si dica con chiarezza quanto si vuole far durare il lock-down di ristoranti e bar e si metta mano finalmente al portafoglio. Perché ora la paura di veder cancellati in poche settimane i sacrifici di una vita, si sta trasformando in tragedia con molte aziende del settore che non riapriranno o avranno pesantissime conseguenze. Conseguenze che si rifletteranno anche sull’occupazione con un’ondata inevitabile di licenziamenti.

La seconda forte esigenza che ha il settore è quello di ricevere aiuti immediati, concreti e a fondo perso. È ora di sfatare il mito che ogni ristoratore ha un “tesoretto” che lo aiuta a passare i momenti bui che sta vivendo. La stragrande maggioranza delle aziende oggi non ha più la liquidità e le risorse per pagare i costi fissi come affitti, luce, gas, imposte, tasse e quant’altro. Servono aiuti urgenti e di semplice implementazione, anche per chi ha aperto negli scorsi mesi una nuova attività e non rientra tra i casi di rigore.

GastroTicino ha moltiplicato gli sforzi per sostenere i propri associati e non getterà certo la spugna. Ma nulla può fare contro l’ostinazione di una classe politica, sorda a ogni grido di allarme, quasi ci fosse un disegno per scardinare uno dei settori più importanti per l’intera economia. Confidiamo ora – conclude il presidente di GastroTicino – che nell’ambito della consultazione tra i Cantoni, il Consiglio di Stato prenda posizione a tutela sì della salute pubblica, ma si batta anche per assicurare un futuro alle migliaia di famiglie del nostro settore: certezza dei provvedimenti e aiuti immediati per tutti.

GastroTicino, presidente Massimo Suter