“Populista è Salvini e fa (purtroppo) politica”
“Il surriscaldamento globale condizionerà sempre più la nostra vita”

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Io sono socialista? Ma no, che dite? Lui sì, lo è con il cuore e con la mente. Fresco pensionato, pieno d’energia, scende in campo pronto a battersi per un ambito scranno municipale. La Perla del Ceresio sarà un po’ acciaccata ma fa gola ancora a molti. Il “tasso di socialismo” che emerge da questa bella intervista lo stimo intorno al 90%. Io mi collocherei, a fatica, intorno al 5%. Ma io non sono in lista da nessuna parte.

Un’intervista di Francesco De Maria.

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Francesco De Maria  Lei era già candidato al Municipio nelle elezioni 2020, poi annullate dal Consiglio di Stato. Che cos’ha fatto nel frattempo?

Aurelio Sargenti  In tempi normali le avrei risposto con una citazione: “ho girato… ho visto gente… mi sono mosso… ho fatto cose…”. Purtroppo in tempo di Covid ho girato poco e visto poca gente! Ho comunque continuato a lavorare, con l’Università di Milano, alla preparazione di un’antologia della letteratura milanese che dovrebbe uscire nel prossimo autunno; a svolgere il mio compito di membro di commissioni o gruppi di lavoro (per es. nel Consiglio del Pubblico della CORSI, nel Gruppo di lavoro nazionale sull’evoluzione della maturità liceale) e a seguire con occhio attento, da bravo cittadino, ciò che succedeva a Lugano, nel Cantone e nel mondo esprimendo ogni tanto per iscritto la mia opinione sul Corriere del Ticino; insomma ho continuato a lavorare cercando di stare in salute e di rispettare le regole sanitarie. Mi sono mancate molto le manifestazioni culturali: il cibo dell’anima.

Lei è uomo di scuola ed è stato direttore del Liceo Lugano 2. Perché il direttore del DECS Manuele Bertoli non ha (ancora) riformato la scuola ticinese?

La scuola è fatta di diversi ordini. Se lei si riferisce al progetto di riforma “La scuola che verrà”, che concerne la scuola dell’obbligo, non credo debba spiegarle i motivi del suo fallimento: essi sono ampiamenti noti. Basti dire che il DECS non ha purtroppo trovato la maggioranza dei cittadini: nel settembre del 2018, il 56,7% ha infatti respinto in votazione la richiesta di credito da 6,7 milioni per poter avviare la fase di sperimentazione triennale in quattro sedi di scuola media e tre istituti comunali. Ed è un peccato. Vero, il progetto nato nel 2014 era nato male a causa di una sordità dei responsabili del DECS nei confronti di chi lavora al fronte, nella scuola; poi, grazie ai collegi docenti delle scuole medie, alle associazioni di categoria, al Movimento della scuola ecc., sono stati apportati correzioni e aggiustamenti. La sperimentazione avrebbe permesso di raccogliere dati utili per valutare l’efficacia delle misure proposte e proseguire nel fondamentale processo di continuo miglioramento della nostra scuola. Le cose sono andate diversamente anche perché alcuni partiti hanno etichettato fin da subito la riforma come una “riforma ideologica socialista ”! Comunque qualcosa Bertoli ha ottenuto: si è abbassato il numero massimo di allievi nelle classi di scuola media da 25 a 22; sono stati introdotti dei nuovi laboratori in alcune materie; nelle scuole comunali è stato introdotto il docente d’appoggio e si è rivista la griglia oraria dei licei. Un direttore di dipartimento non può fare riforme senza il consenso di una maggioranza.

Che cosa pensa dell’insegnamento a distanza? È vero che non funziona?

L’insegnamento a distanza (conseguenza di scuole chiuse) deve essere una extrema ratio temporanea, soprattutto nella scuola dell’obbligo. Acuisce le differenze sociali, economiche e culturali tra alunni. La scuola è un luogo di rapporti umani tra coetanei e tra adulti e ragazzi. L’ho scritto sul CdT del 29 aprile scorso: è stato giusto ricorrere alla didattica digitale per salvare un anno scolastico messo a morte dal virus; ma questa non deve essere la didattica del nostro futuro. Solo l’incontro con gli studenti in aula può dare un senso forte all’insegnamento; in aula l’insegnante può controllare con lo sguardo l’attenzione dei suoi allievi, può leggere la noia o l’entusiasmo sui loro volti, può strappare un sorriso per una battuta lasciata cadere al momento giusto; e gli studenti, a loro volta, possono porre domande insidiose al docente, osservarlo mentre spiega. No, solo con gli allievi in classe, in biblioteca, in mensa, nei corridoi si fa scuola; il resto è un surrogato.

Lei è un PS-Verde (per la lista). Quanto è verde Sargenti?

Abbiamo una sola Terra su cui vivere; la quale è molto ammalata per colpa nostra. Se non si interviene subito il futuro dei nostri figli, dei nostri nipoti sarà molto diverso dal nostro presente. L’hanno capito i nostri giovani, che sono scesi in piazza per manifestare contro l’inquinamento delle città, il surriscaldamento globale che condizionerà sempre di più la nostra vita. Se condividere la preoccupazione di questi giovani vuol dire essere verde, allora lo sono.

Lei è uomo di cultura. I populisti, fisiologicamente incolti, non dovrebbero fare politica?

Si definisce populismo un atteggiamento demagogico volto ad accattivarsi le aspettative del popolo, indipendentemente da ogni valutazione del loro contenuto, della loro opportunità, in funzione dell’ottenimento di consenso politico o di popolarità attraverso varie possibili forme di propaganda politica. Populista è Salvini e fa (purtroppo) politica; quindi, come vede, la democrazia concede spazio a tutti. Spetta agli elettori scegliere a chi affidarsi; e non sempre (la storia ce lo insegna) scelgono bene.

Nel giorno in cui le scrivo le domande, 17 gennaio 2021, si festeggia il compleanno della Lega. Quanto sono lunghi trenta lunghi anni?

Provocatoriamente le rispondo che sono troppi. Il doppiogiochismo e la crisi che stiamo vivendo assicurano alla Lega anni di vita, con più o meno successo. Perché? Perché è un movimento che parla alla pancia degli elettori, che individua nell’altro (straniero o frontaliero) il nemico, che grida “governo ladro” dimenticandosi di essere partito di maggioranza relativa a Lugano e in Consiglio di Stato. Essere al governo e allo stesso tempo all’opposizione (col giornalino “Il Mattino”) paga in termini di voti!

Che cosa pensa della salute economica della Città? Che cosa possono fare i socialisti per i commercianti in crisi? I liberali potrebbero fare di più?

Preoccupa la salute economica di Lugano e del Cantone, una salute indebolita dal Covid. I socialisti non possono fare altro che battersi affinché la ricca Svizzera, che ha salvato l’UBS, intervenga a sostenere finanziariamente, anche con aiuti a fondo perso, tutti coloro che sono stati obbligati a chiudere. I liberali, come gli altri partiti, dovrebbero condividere con i socialisti l’impegno di essere più vicini a chi soffre, ai più deboli, alle persone più fragili, alle famiglie. Lugano deve essere più aperta, più sociale, più verde.

Non era meglio quando c’era il “denaro del Diavolo”?

Il grande medievista Jacques Le Goff (nel suo libro Lo sterco del diavolo. Il denaro nel medioevo, 2010) racconta che il nobile Ottone di Meissen, soprannominato “il ricco”, pensava al guadagno acquistando terre, alla difesa cingendo di mura le città, e alla salvezza dell’anima con pie donazioni. Ai nostri tempi Swisslos versa ogni anno circa 365 milioni di franchi ai fondi cantonali delle lotterie e dello sport per scopi di pubblica utilità. Swisslos è il promotore più importante della cultura e dello sport in Svizzera. Come vede si fa un buon uso dei soldi raccolti con le lotterie, che possono (in casi gravi) portare all’indebitamento di giocatori. Anche il Casinò di Lugano dà soldi alla città. Comunque quando si mangia col diavolo è sempre bene usare un cucchiaio dal manico lungo. [ndI : l’intervistatore intendeva alludere al denaro dei (presunti) evasori che affluiva da sud]

Lei spera nel successo del “rilancio” di Lugano Airport promosso dai privati? Oppure preferirebbe la chiusura?

Se i privati hanno la forza finanziaria di rilanciare l’aeroporto di Lugano è un bene, anche per la città e il Cantone. I quali hanno già dato molto per poco o niente; anzi: hanno perso soldi pubblici!

Che cosa pensa del Polo Sportivo e degli Eventi, con il nuovo stadio, il palazzetto e le torri? È troppo caro? Si concede troppo spazio ai privati? È giusto spedire un plotone di funzionari comunali a Cornaredo?

Il FC Lugano deve giocare in uno stadio che soddisfi i criteri infrastrutturali fissati dalla Swiss Football League; pena la retrocessione della squadra. Per cui Lugano e il Cantone devono avere uno stadio moderno e un palazzetto dello sport per soddisfare le esigenze di centinaia e centinaia di sportivi professionisti e amatoriali. Chi ha voluto le torri dice che gli spazi che saranno lasciati liberi in città dai funzionari comunali saranno trasformati in appartamenti per famiglie. Se per davvero così fosse allora mi va bene. In ogni modo è bene che si rimanga molto vigili perché ai privati vien lasciato un ampio margine di manovra (quanto a deroghe alle norme pianificatorie) e vien loro concessa un’area di grande pregio e di proprietà pubblica, questo anche perché il Municipio (a maggioranza leghista) dice che gli accordi con i privati non danneggiano le finanze cittadine, anzi …. Ma è tutto da dimostrare.

La sinistra odia le macchine e parimenti i posteggi (scommetto che lei la macchina non ce l’ha). Il Consiglio comunale potrà ottenere i “suoi” 400 posteggi alla Stazione? Guardi che adesso sono 508.

La sinistra non odia le macchine. Io ho un’ automobile e la uso quando è necessario. La sinistra ama la città e i suoi cittadini ed è rispettosa dell’ambiente. Per cui è favorevole al potenziamento dei trasporti pubblici, alla pedonalizzazione del centro, ai parcheggi situati all’entrata della città. Più strade portano in città, più parcheggi si costruiscono in città e più traffico e più inquinamento avremo. Lugano, come lei saprà, è la città svizzera con più traffico automobilistico e meno piste ciclabili. Quando mia moglie mi vuole male, mi chiede di andare (da Pregassona) a Grancia, in un centro commerciale. E Lugano vorrebbe essere una bella città turistica? Ma mi faccia il piacere!

La notizia del giorno è la candidatura di Filippo Lombardi. Non possiamo non commentarla! È un atout, un plusvalore per il PPD?

Lombardi è da 20 anni lontano dai problemi comunali e a ottobre 2019 non è più stato rieletto per cui, non potendo stare lontano dalla politica e dalla stanza dei bottoni, scende in campo a Lugano. Qualcuno ha paragonato l’arrivo di Pippo a Lugano a quello di Ibrahimovic al Milan! Ma Lugano (senza offesa) non è il Milan (pluricampione europeo) e Lombardi non è Ibra. Preferisco paragonare questa discesa in campo comunale dell’ex senatore all’arrivo del trentottenne (in fine carriera) José Altafini al Football Club Chiasso, e sappiamo tutti come è andata a finire. Il PPD può dire ciò che vuole, ma la candidatura Lombardi mette a nudo la difficoltà del partito e la grande paura di perdere il seggio ora occupato da Angelo Jelmini.

Ci sono delle contro-indicazioni? È una mossa forzata, tirata per i capelli? Come dicono i maligni (che disapprovo): “sono alla canna del gas”?

Può darsi che Lombardi salvi il seggio in municipio al PPD, ma forse ha allontanato dalla politica uno bravo come Tricarico. Come ho detto il PPD è in grande difficoltà.

La presenza di Lombardi può ridurre la probabilità di raddoppio dei RossoVerdi?

Il raddoppio in municipio di un esponente della nostra lista, che comprende anche i comunisti, non dipende da Lombardi, ma dai nostri elettori e dalla competenza dei candidati. La nostra è una lista forte, equilibrata, con candidati competenti e pronti a lavorare per il bene della città e di tutti i cittadini in modo onesto e trasparente.

Secondo me questa novità inattesa sarà motivo d’interesse e vivacizzerà l’elezione. Soprattutto in mancanza di un duello Sindaco-Vicesindaco, che poteva risultare appassionante! Ma tant’è. Dio (forse non è il caso di scomodarlo) non lo ha voluto. Peccato.

Le svelo un segreto. Se Lombardi verrà eletto municipale, ppd, plrt e ps daranno indicazione ai loro elettori e simpatizzanti di votare super Pippo per la carica di sindaco, così ci sbarazzeremo di Borradori.

Per finire alcune domande non riferite specificamente a Lugano.

La sinistra al grido di “la vita sopra ogni cosa!” vuole chiudere tutto, vuole un secondo lockdown. Lei sostiene questa linea? Ne vede i gravi svantaggi? Li accetta?

Non è assolutamente vero! Chi vorrebbe chiudere tutto sono i responsabili sanitari del nostro Paese e non sono di sinistra: è vero che il dott. Denti, presidente dell’Ordine dei medici, ha cambiato molte casacche, ma non ha ancora chiesto la tessera del ps. La Svizzera, nazione tra le più colpite dal virus, è anche quella che ha meno restrizioni. E poi ricordiamoci che il nostro Paese è tra i più ricchi del mondo, quindi può con meno fatica di altre nazioni aiutare coloro che pagano un prezzo alto in questa pandemia.

Tra mille critiche il ministro Berset gestisce la Pandemia. Lei approva la sua linea? Su quali punti, eventualmente, se ne distanzia?

In linea di massima approvo le decisioni del Consiglio Federale (che non sono solo di Berset, così come le decisioni del nostro Consiglio di Stato non sono solo quelle di Gobbi). Detto questo ci sono alcune decisioni difficilmente condivisibili: per es. la chiusura delle biblioteche, di teatri con ampie sale, di stadi che possono ospitare migliaia di spettatori. I centri commerciali aperti e il Lac con 1000 posti chiuso? I fioristi aperti e le librerie chiuse?

In Consiglio federale ci sono: Maurer, Parmelin, Keller-Sutter e Cassis. Certe decisioni non si spiegano facilmente. Berset li ha forse ipnotizzati?

Lo chieda a lui. Io non partecipo alle sedute del CF. Forse è più semplice pensare che condividono le decisioni prese.

L’Assemblea federale ha negato ai Verdi la poltrona in governo. Sarebbe stato meglio concederla? Era un diritto politico? Nel 2023 le condizioni saranno più favorevoli ai Verdi?

L’elezione di un consigliere federale è sempre il risultato di una votazione delle due camere federali riunite, non un diritto acquisito. L’episodio Blocher lo conferma.

Con quale probabilità (tra 0% e 100%) il presidente Trump è stato vittima di brogli elettorali?

0 (zero).

Era il male assoluto?

Per fortuna no. Era inappropriato

Che ne sarà di lui?

Lo chieda ai repubblicani e a Melania.

Esclusiva di Ticinolive