Il leader cinese Xi Jinping ha accettato di partecipare e parlare al Forum di Davos il prossimo lunedì 25. Lo farà in forma virtuale, questa volta, visti i tempi e data la crisi sanitaria.

Il suo exploit precedente nel 2017 si era focalizzato su multilateralismo e globalizzazione del commercio.

Gli organizzatori hanno annunciato che è certa la partecipazione anche del Premier indiano Narendra Modi, della Cancelliera tedesca Angela Merkel ed anche del Presidente francese Emmanuel Macron. Un parterre molto importante, ma incompleto perché non si sa nulla e probabilmente poco accadrà del “convitato di pietra”, ovvero gli Stati Uniti d’America.

Parrebbe certo un collegamento con il Dottor Fauci che dirige la battaglia contro il Coronavirus, ma nulla trapela sul Presidente Biden o chi per lui. Cosa succederà quindi?

Il nuovo Presidente americano ascolterà soltanto cosa Xi avrà da dire (a grandi linee lo potrà già immaginare) e avrà spazio per le sue ragioni? Non sappiamo.

Con ogni probabilità Biden farà avere messaggi, ma non sarà ancora pronto a rivelare la sua strategia in merito ad Asia e Cina. Per ora sta scegliendo gli uomini a cominciare da Blinken, segretario di Stato ed europeista convinto. Altro nominativo, Kurt Campbell, lo zar dell’Asia, è stato pure scelto, ed è uno che conosce bene l’Estremo Oriente, ma formulare una strategia dopo quelle di Trump (bilateralismo e punizioni tariffarie) che hanno fatto perdere terreno a Washington, non sarà né facile né immediato. Al momento una strategia Cina che eviti una guerra fredda e che sia ragionevole per Washington non c’è e non si fa in quattro e quattr’otto..

La bilancia del confronto Usa-Cina con Trump pende pesantemente a favore di Pechino. L’accordo sugli investimenti siglato con la UE, fortemente voluto dalla Merkel ovviamente pro Germania, è un forte successo cinese. Inoltre l’RCEP (Partenariato Economico Globale Regionale) è un capolavoro cinese di scaltrezza ed una sconfitta miserabile per Washington.

Gli Usa avevano in mano il PTT (Partenariato Transpacifico) che escludeva la Cina. Trump lo ha scartato consentendo a Pechino di concludere l’RCEP: 15 paesi, inclusi Giappone, Corea del Sud, Australia ad esclusione però degli Usa.

Sarà un mercato economico gigantesco, in salsa asiatica dove la Cina potrà far valere la sua voce.

Di cosa parlerà Xi Jinping? Sicuramente non si assumerà nessuna colpa sul virus. Pechino ha cercato di dare la colpa a tutto e tutti tranne che a sé stesso. Nessuna scusa per le reticenze nel comunicare il problema costato così tante vittime a tutti noi.

Canterà di certo le lodi della Cina, del successo del Partito-Stato che si basa sul capitalismo con caratteristiche cinesi, elencando i successi, come aver gestito alla grande la pandemia e rimesso in moto l’economia. Il PIL registrava un più 6.5% nel quarto trimestre 2020: secondo la Banca Mondiale la previsione di crescita per l’anno in corso sarà dell’8%, impressionante.

Per ora il Presidente Biden può solo dire che la sua politica estera “tornerà alla decenza”. Cosa che tutti auspichiamo perché un ulteriore declino americano avrebbe il suono di una “campana rotta” : anche per noi in Europa.

Vittorio Volpi