Il leader dell’opposizione russa Navalny, ha dovuto comparire per la seconda volta in un tribunale distrettuale di Mosca dopo aver ricevuto una condanna a due anni e mezzo di prigione all’inizio di questa settimana per aver violato i termini della sospensione condizionale che gli era stata concessa.

La nuova accusa risale allo scorso giugno, quando Navalny ha diffuso un video nel quale, parlando della riforma costituzionale che ha permesso un’estensione del governo del presidente Putin, chiamava le persone presenti nelle immagini “tirapiedi corrotti”, “persone senza coscienza” e “traditori”. Il veterano della seconda guerra mondiale Ignat Artemenko, ritenendo quei commenti denigratori nei confronti del suo onore, ha presentato una querela per diffamazione. La sanzione per questo tipo di reato, prevede in Russia una punizione sotto forma di multa o lavoro obbligatorio.

L’udienza è iniziata alle ore 10 con Artemenko che, partecipando dall’esterno in collegamento video, ha detto di essere molto turbato da quello che Navalny ha insinuato sul suo conto.

Durante l’interrogatorio, Navalny ha sostenuto che al veterano venisse suggerito cosa dire. Più volte ha chiesto che venisse mostrata l’intera stanza da cui proveniva il collegamento. E inoltre poneva domande sulla vita personale di Artemenko e sulle sue opinioni sugli ultimi eventi politici in Russia. Ma su richiesta del pubblico ministero, il giudice ha rimosso tutte le domande di Navalny, che comunque è riuscito ad attirare l’attenzione della corte su alcune discrepanze nelle testimonianze del nipote Igor Kolesnikov e della sua badante Zinat Timurova, presenti nella stanza al fianco del veterano di guerra.

Un acceso diverbio è nato quando Navalny sosteneva di aver colto una bugia del nipote di Artemenko che a malapena ricordava il nome dell’infermiera che aveva in cura il veterano da anni. A quel punto, a seguito di un malore di Artemenko e con Navalny che non smetteva di interrompere essendo in uno stato di agitazione fin dall’inizio, il pubblico ministero ha chiesto di rinviare la seduta. Cosa che la sig.ra giudice Vera Akimova, ha accolto rinviando l’udienza al 12 febbraio.

Navalny sostiene che i casi giudiziari contro di lui sono inventati per metterlo a tacere. Con un post su Instagram scritto dal carcere, ha esortato i suoi sostenitori a resistere alle intimidazioni insistendo sul fatto che “si può liberare il paese dai ladri che sono in carica”.

Il processo contro Navalny sta diventando un problema nelle relazioni con l’Unione europea. “Certamente le nostre relazioni sono in forte tensione e il caso Navalny è un punto debole”, ha dichiarato il capo degli Affari esteri dell’UE, Josep Borrell, che incontrando a Mosca il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, gli ha trasmesso la profonda preoccupazione dell’UE ribadendo l’appello di rilasciare Navalny, nonché l’avvio di un’indagine sul suo avvelenamento. “Pur rispettando pienamente la sovranità russa, l’Unione europea ritiene che le questioni relative allo stato di diritto, ai diritti umani, alla società civile e alla libertà politica siano centrali per il nostro futuro comune”, ha ribadito Borrell. Il ministro Lavrov ha avvertito delle conseguenze imprevedibili se le relazioni peggiorassero ulteriormente, aggiungendo che entrambi le parti vogliono avere un dialogo maggiore nei temi in cui sono d’accordo.

Fa notizia il fatto che un medico russo che ha curato Navalny dall’avvelenamento da Novichok, è morto improvvisamente dopo un improvviso attacco cardiaco. Il 55enne dr. Sergei Maksimishin era il responsabile della terapia intensiva presso l’ospedale di Omsk, in Siberia, quando le autorità russe (e l’ospedale stesso) negavano fermamente che Navalny mostrasse segni di avvelenamento.

Ritenuto uno dei migliori medici dell’ospedale, sapeva più di chiunque altro sulle condizioni di Navalny. Si trovava in ospedale quando inaspettatamente, secondo la collega Maria Morozova, è stato ricoverato in terapia intensiva dopo aver registrato un forte aumento della pressione sanguigna.