Dalle acque dell’Adige, nei pressi di Egna, è emerso, questa mattina, un cadavere. Le ricerche hanno confermato l’identità del corpo: si tratterebbe di Laura Perselli. scomparsa assieme al marito, Peter Neumair, lo scorso 4 gennaio.

Per la scomparsa dei coniugi era stato arrestato il figlio Benno, attualmente in carcere con una doppia gravissima accusa: duplice omicidio e occultamento di cadavere.

Per i corpi, sino ad oggi scomparsi nel nulla, erano stati impiegate molteplici forze, ma anche le ultime ricerche fatte negli scorsi giorni, addirittura nel giardino dell’appartamento della coppia scomparsa in via Castel Roncolo, a Bolzano, non avevano dato alcun risultato.

Poi, la scelta di abbassare i livelli del fiume Adige per un massimo di 20-30 centimetri, grazie ai servizi ingegneristici già programmati da tempo degli impianti di Glorenza, Naturno, Tel e Marlengo, Lana e Brunico.

Abbassate le acque del fiume veneto, agli occhi delle forze di soccorso a bordo del gommone è, alla fine, emerso un corpo, macerato da un mese nelle acque.

Si tratterebbe, come confermato dalle ultime notizie, di Laura Perselli, 68 anni, madre di Brenno Neumair, sospettato di omicidio.

Una famiglia apparentemente normale  La signora viveva assieme al marito, Peter Neumair, 63 anni, in un’elegante palazzina al civico 22 di via Castel Roncolo, Bolzano. Due i loro figli. Benno, 30 anni, e Madè, 26 anni, laureata in medicina e specializzanda in ortopedia a Monaco. Il figlio Brenno viveva in un appartamento attiguo a quello dei genitori, appartamento che Laura e Peter gli avrebbero comprato onde cercar di ridurre i troppo frequenti attriti.

La tragedia familiare  Come emerso nelle giornate successive alla scomparsa dei due coniugi, i rapporti tra il figlio Benno e i genitori, in particolare il padre, erano divenuti molto tesi. La signora Laura aveva scritto alcuni sms alle amiche, in cui spiegava la difficile situazione, sempre più insostenibile. Infine, lunedì 4 gennaio, Laura e Peter erano usciti dalla loro casa – in una delle zone più prestigiose della città – e non vi avevano più ritorno.

Nel pomeriggio di martedì 5 gennaio, la giovane Madè, non riuscendo a contattare la madre, aveva così lanciato l’allarme: i due coniugi erano usciti coi rispettivi cellulari, Laura aveva anche la borsa, ma sembravano scomparsi nel nulla.

Brenno dirà di non essersi accorto della scomparsa dei genitori, e di aver passato la notte di lunedì con un’amica, e la sorella Madè confermerà la dichiarazione.

Poiché Laura e Peter erano soliti passeggiare e compiere escursioni sulle rive dell’Isarco e sul Renon, il mercoledì successivo, il 6 gennaio mattina, scattano le ricerche.

I telefoni cellulari della coppia bolzanina risultano essere stati spenti (o comunque hanno cessato di funzionare) tre le 21 e le 22 di lunedì 4 gennaio.

Peter Neumair, 63 anni e Laura Perselli, 68. Una famiglia “felice e normale” che viveva nella parte “più elegante della città”.

Le ricerche vengono effettuate nella casa di Bolzano, sul Resia, nell’Adige, in territorio sia trentino sia altoatesino, vengono impiegati droni, cani molecolari: è un dispiegamento di forze mai visto e contempla anche l’entrata in campo degli uomini del Ris di Parma.

Il sospetto  La polizia scientifica di Parma ha trovato, nei giorni scorsi, sul ponte sull’Adige nei pressi di Vadena del sangue: sarebbe di Peter Neumair.

Poi, il 3 febbraio, la scientifica torna nell’abitazione di via Castel Roncolo, per cercare delle tracce dei coniugi scomparsi, tracce che Benno, secondo l’accusa, avrebbe cancellato con dell’acqua ossigenata.

Questo perché nel bagagliaio della Volvo di Brenno, fermata mentre stava per entrare in un autolavaggio, gli inquirenti avevano rinvenuto una prima bottiglia di acqua ossigenata e successivamente una seconda.

Benno era al volante, assieme all’amica con cui avrebbe passato la notte, nelle ore della scomparsa dei genitori, una ragazza di vent’anni. I due si frequentavano da poco tempo. La giovane è già stata sentita dagli inquirenti come testimone, senza essere, però, indagata.

Brenno Neumair, unico indagato per l’omicidio dei suoi genitori

Perché Brenno lavava la macchina, perché quelle bottiglie di acqua ossigenata vuote?

L’accusa Per gli inquirenti Brenno, unico indagato, avrebbe ucciso i genitori nel suo appartamento, quello attiguo a quello dove i due coniugi vivevano, poi avrebbe caricato i cadaveri sulla sua Volvo V70 infine si sarebbe liberato dei corpi gettandoli nell’Adige da un ponte di Vadena, in prossimità della discarica Ischia-Frizzi.

Il 22 gennaio il Ris aveva infatti trovato una traccia di sangue sul ponte, che, in seguito agli esami del Dna, era risultato appartenere al 63 enne Peter Neumair.

Dopo aver compiuto il delitto e dopo essersi disfatto dei cadaveri, Brenno si sarebbe recato a casa della fidanzata Martina, trascorrendovi la notte tra il 4 e il 5 gennaio.

Martina, infatti, ha detto agli inquirenti che Brenno era solito raggiungerla per passare la notte con lei “con i mezzi” mentre “quella sera invece è venuto in macchina”.

Secondo l’accusa dei PM Igor Secco e Federica Iovene Brenno avrebbe ucciso i genitori prima di raggiungere l’amica per passare la notte con lei.

La giovane rivela, suo malgrado, di avergli “lavato i vestiti”. La ragazza, molto spaventata dagli eventi, aveva però spontaneamente collaborato con gli inquirenti e il 24 gennaio aveva portato in caserma gli abiti che Brenno indossava quella notte e che aveva lasciato da lei. Tre t-shirt, una felpa, un paio di pantaloni ed un paio di calzini, che la donna gli avrebbe “lavato per cortesia” ma non per “collaborare”: secondo quanto riferito dalla ragazza i vestiti non erano sporchi né macchiati di sangue, ma saranno analizzati dal Ris, anche se sono stati da lei lavati.

La difesa Il figlio Brenno, invece, racconta di essersi recato in un luogo isolato, un laghetto frequentato solo da pescatori, “per rilassarsi”: questo il tempo impiegato tra le 21 e le 22, quando le telecamere stradali riprendono la sua Volvo station wagon sulle strade, quando i cellulari dei genitori vengono spenti, per sempre.

La notte tra il 28 e il 29 gennaio Benno Neumair si costituisce, senza però confessare il delitto. Viene arrestato, anche se i suoi legali si dicono certi della sua estraneità ai fatti contestati.

Per le indagini viene assunto il genetista Emiliano Giardina dell’Università di Roma Tor Vergata, campione di ricerche genetiche in casi quali gli omicidi di Yara Gambirasio e di Meredith Kercher.

Martedì 9 febbraio, si svolgerà l’udienza richiesta dai difensori di Benno Neumair, contro l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’unico indagato per la scomparsa – e ora, si può dire morte, di Peter Neumair e Laura Perselli.