Permessa in ultima istanza la sperimentazione su sei macachi, condotta dalla facoltà di neuroscienze dell’Università di Parma, in collaborazione con quella di Torino, molteplici sono stati i sit-in degli attivisti che ribadiscono la disumanità della sperimentazione animale. Ieri, 13 febbraio 2021, hanno manifestato in Pilotta, a Parma, mentre il prossimo appuntamento sarà domenica 27 febbraio sempre in Piazzale della Pace, alle ore 15.00. È un gelido sabato pomeriggio di febbraio. L’inverno, in ritirata, s’è fatto crudele, ma loro sono lì, a sfidare il freddo pungente, per offrire la propria voce a chi, la voce non ce l’ha. Sono cittadini, attivisti animalisti, che spontaneamente hanno deciso di affiancare e supportare la protesta di Katia Ruggero la quale, dal luglio scorso, quasi tutti i giorni, con indefessa determinazione, tiene un presidio di protesta in via Volturno, davanti alla sede dell’Università di Parma, nei cui stabulari sono detenuti da mesi i sei macachi destinati alla vivisezione. A parlarmi è Germano Rossi, un portavoce della protesta -una manifestazione pacifica e “di coscienza” – che accetta di essere intervistato da Ticinolive.ch.

Quali i motivi della vostra protesta? Etici o scientifici?

Entrambi. Albert Einstein ha detto: “La scienza non può stabilire dei fini e tanto meno inculcarli negli esseri umani; la scienza, al più, può fornire i mezzi con i quali raggiungere certi fini. Ma i fini stessi sono concepiti da persone con alti ideali etici.”. Inoltre, dal punto di vista scientifico, come già emerso da molte ricerche tra le quali presempio quella condotta nel 2005 dal dott. Toni Lindl (direttore dell’Istituto di Colture Cellulari Applicate di Monaco di Baviera) che ha analizzato 51 serie di esperimenti su 5.000 animali condotte in tre università in Germania verificando che gli esperimenti su animali falliscono nel loro intento di predire il risultato sugli umani il 99,7% delle volte, si evince quindi che l’utilizzo di animali come “modello” per le malattie umane e’ una prassi che si applica “per tradizione”, ma che non ha mai subito e superato un reale processo di convalida. I risultati ottenuti dalla sperimentazione animale sull’animale stesso non possono corrispondere a quelli sull’uomo, poiché vi sono enormi differenze tra animali di differenti specie. Oggi la medicina più avanzata si sta specializzando sempre più sull’individuo, già io e lei siamo diversi, figurarsi un uomo e un animale non umano.

Cosa rispondete allo specista che sostiene che bisogni sacrificare la specie animale in nome dell’uomo?

Dalla metà del ‘900 ad oggi si è compreso che tutti gli esseri viventi, nell’universo, sono correlati. Il pensiero ecologico ed il pensiero sistemico hanno alfine riportato in auge il pensiero antico, il pensiero olistico, secondo il quale tutto sia interrelato. Un meteorologo del ‘900 disse che il battito d’ali di una farfalla in Australia può provocare un tifone in America, e ciò significa che il bene di un altro è anche il bene nostro, e quello che facciamo sugli altri, poi, a cascata, si ritorce anche contro di noi. Se oggettivizziamo e reifichiamo le vite degli altri, poi questo succede inevitabilmente anche a noi stessi: gli umani finiscono per diventare anche loro oggetti di un pensiero collettivo spietato ed utilitaristico, nel quale alla fine essi divengono dei meri consumatori, realiziamo un mondo nel quale il malato diviene un consumatore di farmaci piuttosto che un individuo da guarire. 

Cosa accadrà ai sei macachi?

L’esperimento è stato bloccato due volte, però poi il consiglio di Stato, nell’ultima istanza ha dato l’avvio alla sperimentazione. È stato richiesto l’intervento di un ente esterno (molto legato all’ambito della farmacologia n.d.r.) il quale ha dato l’avvio alla sperimentazione. Così, i sei macachi verranno sottoposti ad un intervento al cervello che li renderà quasi totalmente ciechi e poi, per cinque anni – tutta la durata dell’esperimento – verranno costretti a sedie di costrizione. Al termine dei cinque anni di tortura, verranno soppressi.

Sedie di costrizione?

Queste sedie di costrizione, abitualmente usate dagli sperimentatori sui primati servono per far sì che l’animale impari a restare sempre a disposizione del suo carnefice, sui ratti, sui conigli, sui cani ed i gatti e tutti gli altri innumerevoli animali utilizzati nella sperimentazione vengono ovviamente usati altri strumenti altrettanto terribili,

Tale tortura sui macachi, cosa dovrebbe portare all’uomo?

I macachi verranno indotti alla cecità, cioè diverranno ipovedenti a seguito di un intervento al cervello: tale sperimentazione dovrebbe cercare una cura per le persone ipovedenti. Il blindsight, oggetto di studio del progetto, è un disturbo raro all’interno di un altro disturbo raro, cioè la cecità a livello cerebrale, normalmente conseguente un trauma ischemico: perciò le patologie – quella subita per induzione dai macachi e quella umana – sarebbero, per natura, completamente diverse, e, come già detto, plurimi esperimenti dimostrano la quasi nulla predittività per l’uomo della ricerca effettuata su altri animali.

Qual è la facoltà che condurrà la vivisezione?  

La facoltà di Parma di Neuroscienze, dipartimento di Medicina, in collaborazione con l’Università di Torino. Pardossalmente credo sia lo stesso dipartimento dell’università di Parma in cui negli anni novanta è stato verificato che i macachi hanno i cosiddetti “neuroni dell’empatia” ovvero i neuroni specchio, ovvero che sono in grado di provare le più svariate emozioni, comprese, per empatia, le emozioni altrui proprio come può fare anche l’uomo.

Quindi i macachi che verranno vivisezionati hanno un’intelligenza emotiva?

Esattamente! Pensi che nel 2012 all’Università di Cambridge si riunì un convegno di neuro scienziati al quale partecipò anche Steve Hawkins, a seguito del quale venne dichiarato che tutti i mammiferi, gli uccelli i pesci ed alcuni animali invertebrati come i polipi, hanno una capacità di pensiero e di autocoscienza esattamente come l’uomo, probabilmente una coscienza e sensibilità simile a quella di un bambino di cinque – sei anni. Tutte queste scoperte – avvenute di recente attraverso moderne strumentazioni come la tac, la pec, ecc – passano però inosservate, senza ispirare una giusta e nuova riflessione  e prospettiva etica e noi, come umanità continuiamo a permettere che esseri con una sensibilità simile a quella dei bambini di cinque – sei anni possano essere sottoposti a queste torture inenarrabili. Nell’800 ancora si pensava quello che diceva Cartesio, che gli animali fossero macchine biologiche, che non sentissero e valessero nulla: oggi non possiamo più permetterci di credere a queste aberrazioni, quindi bisognerebbe essere un tantino più coerenti rispetto alle scoperte che si stanno facendo. 

Cosa chiedete, dunque?

Io personalmente chiedo di cambiare paradigma di riferimento, di comprendere che gli animali hanno dei diritti in quanto esseri senzienti e pensanti: noi non possiamo più permetterci di pensare che l’essere umano sia al centro del cosmo, occorre uscire da questa follia antropocentrica ed avere una visione più inglobante di tutte le altre specie viventi. Questa assurda e miope prospettiva è la ragione per cui stiamo distruggendo il Pianeta Terra.

Di chi sarebbe la competenza di salvare i macachi dalla vivisezione?

Dopo il terzo grado è molto difficile dire di chi sia la competenza di liberarli, di certo i macachi di Parma sono un simbolo per poter lottare per i diritti di tutti gli animali non umani, primati, cani, gatti, conigli, criceti ecc… che ogni anno, a milioni, vengono sottoposti alla sperimentazione.  Non è certo salvando questi sei poveri esseri viventi – che vorrei salvare con tutto il mio cuore – che si cambierebbe alcunchè di sotanziale, ma i macachi rappresentano un simbolo di qualcosa di più grande, di più vasto, che deve cambiare.

La scienza deve cambiare?

Dal punto di vista socio politico e culturale, urge un cambiamento, occorre una scienza che si possa ritenere tale perchè aperta al nuovo e non radicata dogmaticamente sul vecchio. Pensi che i dati del ministero riportati dalla LAV rivelano che dal 2014 al 2018 sono stati autorizzati 7003 progetti dì ricerca biomedica con sperimentazione su animali, per una spesa di un miliardo e trecento milioni. Sa quanti soldi sono stati stanziati per la ricerca alternativa a quella sugli animali? Zero.

Seguono Katia Ruggero, “la Forza trainante” della protesta, e sottoscrivono, in ordine alfabetico:

Adriano Pisi, Beatrice Volta, Cinzia Marchi, Corrado Corbettini, Giacomo Mambriani, Ines Krysmann, Liliana Spaggiari, Lorenzo Finocchio, Marcello Rosselli, Sara Barbacovi, Stefania Mantovani, e Germano Rossi, che mi ha concesso l’intervista.

Intervista a cura di Chantal Fantuzzi

Di seguito, le immagini della manifestazione: