La storica grande banca britannica fondata nel 1865 per facilitare gli scambi “Est-Ovest”dall’Europa all’Estremo Oriente, ha deciso di saltare il fosso e trasferire il grosso delle sue attività in Asia, inclusi tre top managers di grande peso che avranno sede a Hong  Kong e Singapore. È un ritorno al passato, ricordando che Hong Kong era colonia britannica.

La sua mossa è definita da alcuni analisti una conseguenza della cattiva situazione e dai risultati degli ultimi tempi, meno 50% dei profitti nell’ultimo trimestre dell’anno scorso  anche durante la presidenza Tucker dal 2017 una caduta dei corsi di borsa del 43%.

HSBC Hong Kong
HSBC Hong Kong – Wiki commons (Rehman Abubakr) – https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/deed.en

Non sono però solo i risultati negativi  alla radice della decisione. Secondo il fondo del Financial Times “il calcolo della HSBC è che per sopravvivere per il lungo periodo dovrà mantenere i suoi rapporti con le autorità della Cina dalla sua parte”, quindi porre al vertice delle sue attività il business con la RPC.

I suoi profitti dell’internazionale provengono per il 90% dall’Asia ed immaginiamo più della metà dalla Cina.

Il messaggio per chi lavora sul piano mondiale risulta chiaro:  precedenza Asia. HSBC allocherà circa 100 miliardi di dollari del suo capitale oltre a nuove risorse, riducendo allo stesso tempo le sue attività in Occidente. Sulla base del principio “banks follow the money”, le banche vanno dove va il denaro, la HSBC ha fatto le sue scelte radicali.

Riconoscendo che la realtà politica per molte imprese occidentali dipende dal fare affari con la Cina, per molte industrie si renderà necessario il “decoupling”.

Scegliere se rimanere solo in Europa e mercati occidentali oppure puntare sull’accesso alla Cina e dintorni che vuole anche dire, come sottolinea il quotidiano inglese, scegliere fra (mercati) liberali e sistemi autoritari.

Nello specifico, HSBC ha scelto il suo progetto “pivot to Asia” che comporterà ridimensionamento e tagli in Occidente.Innanzitutto venderà il suo business retail negli Stati Uniti e una “consumer bank” in Francia, per cominciare.

La Hong Kong and Shanghai Banking Corporation è un gigante bancario globale. Nel 2019 occupava ben 235.000 dipendenti con 3900 filiali in 65 paesi, ma con risultati non favorevoli. È la sesta banca al mondo.

Anche sulla scelta dei business in Asia ha optato come suo Core Business sul Wealth Management (cioè il Private Banking) dove vuole diventare la casa numero 1 in Asia.Si prevedono  infatti assunzioni di ben 5000 bankers, specialisti di gestioni patrimoni: un’opportunità eventualmente anche per i nostri giovani che si potrebbero non solo fare le ossa, ma avviarsi dove crescono le opportunità.

Perché il problema non è solo il declino dell’Occidente, fatto visibile e forse inevitabile, ma è  che stiamo assistendo addirittura  ad un trasferimento di potere, potenza e cultura verso Oriente.

Come ha scritto Niall Ferguson “il grande declino” , la mela dell’economia si spacca già  a metà sul Kazakistan. Facile prevedere che succederà. Cina, Corea, Giappone e Sud Est Asia saranno fra non tanti anni i 2/3 dell’economia mondiale. Sarà grave – attese le dimensioni economiche in gioco – sottovalutare il fenomeno.  Molti dovranno concentrarsi sul settore del mondo dove c’è la crescita: una grande crescita.

Personalmente agli inizi degli anni 80 ero in Giappone. La mia banca mi offrì un top job a Milano. Lo rifiutai per rimanere altri 20 anni in Asia. Il mio capo mi disse “ciò che conta sono Parigi, Londra, New York”. Gli risposi che era meglio che si aggiornasse. Il futuro, dissi, è  e sarà qui, in Asia.

Io ci vivevo in mezzo e non potevo non vedere..

 I trend di lungo periodo, se si vuole guardare lontano come si dovrebbe, non sono poi così “rocket science“,  cioè  difficili da intravvedere….

Vittorio Volpi