Antonio Catricalà, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio ed ex garante dell’Antitrust, si è sparato un colpo di pistola alla testa. Questa, perlomeno, la versione ufficiale. Il fatto rimane controverso, tant’è che la Procura di Roma ha avviato un’indagine.

Catricalà senatore suicidio

Catricalà, che aveva 69 anni, è stato trovato morto sul balcone della sua abitazione a Roma, al primo piano di una palazzina nel quartiere Parioli. Quando sul posto sono intervenute alcune pattuglie della polizia e una squadra della polizia scientifica, per Antonio non c’era più nulla da fare.

Quella di Catricalà è una carriera eccelsa, stroncata da un inaspettato gesto estremo: dal 2017 Catricalà era presidente del cda della società Aeroporti di Roma, recentemente era stato addirittura nominato presidente dell’Igi, l’Istituto grandi infrastrutture: nella carica di presidente Igi era succeduto a Luigi Gianpaolino, alto magistrato di lungo corso, deceduto recentemente, il 2 novembre 2020 per un improvviso malore.

Lo stesso centro studi Igi, una associazione privata che si occupa di indagare gli appalti pubblici nonché gli investimenti europei, si dice incredulo e il portavoce dice «Abbiamo appreso increduli la notizia, aveva appena inaugurato una stagione intensa e ricca di prospettive». Catricalà, infatti, si era messo subito al lavoro, la sua agenda di presidente era densa di impegni, come dimostra il Segretario generale Igi, Federico Titomanlio, che ha mostrato agli inquirenti nella schermata del cellulare, il gruppo WhatsApp,creato dallo stesso Catricalà, solo quattro giorni fa.

Avvocato praticante, magistrato del Consiglio di Stato dal 2014, ancora, dal 2005 al 2011, era stato presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. E, nel novembre del 2011, era stato sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Monti nonché viceministro dello Sviluppo del governo di Enrico Letta nel 2013. Candidato, nel settembre del 2014 dal centrodestra a giudice della Corte Costituzionale, continuava ad esercitare la professione di avvocato.

Antonio Catricalà deteneva regolarmente la pistola, un revolver Smith&Wesson calibro 38, con la quale si sarebbe suicidato. Gli agenti della Squadra mobile, diretti da Luigi Silipo, dopo essere intervenuti sul luogo del decesso, hanno recuperato l’arma.

A dare l’allarme è stata la moglie Diana Agosti (che di professione dirige alla Presidenza del Consiglio il dipartimento delle Politiche Europee) che viveva in casa con lui. Diana indica subito la linea della depressione, suo marito soffriva, dice, da tempo.

Oggi in Senato si è osservato il minuto di silenzio in memoria del collega tragicamente scomparso, e, tra i tanti messaggi di cordoglio arrivati, c’è anche quello di Gasparri, che si dice “sgomento” e racconta: “l’ho sentito ieri al telefono”

La notizia, come riporta la deputata di Forza Italia Deborah Bergamini, è certamente “raggelante”.

Catricalà era un uomo di successo e di ordinaria e apparentemente vita perfetta: cattolico praticante, frequentava il circolo del Tiro al piattello (che ai Parioli è il club dell’upper class), un successo professionale che, secondo le prime notizie trapelate, non avrebbe tuttavia potuto essergli di supporto nel far fronte allo spettro della depressione.

In attesa dei risultati dell’autopsia, la Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio, per indagare “a tutto campo” quello che sembra un gesto inaspettato, tragico e improvviso.

La polizia, collaborando coi Vigili del fuoco, ha poi effettuato un sopralluogo nel palazzo, acquisendo alcuni documenti nello studio dell’avvocato, forse finalizzati a comprendere le ragioni del tragico gesto. Sei anni fa tre uomini incappucciati erano fuggiti dall’abitazione dell’avvocato, incappucciati: l’apparente furto era stato allora sventato dalla polizia.