Biden condanna bin Salman
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L’ex direttrice della CIA Gina Haspel, due mesi dopo l’assassinio di Khashoggi si recò in Turchia. Al suo rientro tenne un briefing a porte chiuse con il Senato, al seguito del quale i parlamentari si convinsero della responsabilità del principe ereditario saudita.

Il Congresso in seguito, approvò una legge per richiedere la pubblicazione del documento redatto dalla CIA. Un’istanza ignorata dall’ex presidente Donald Trump che menzionò rischi di compromissione delle fonti e dei metodi dell’agenzia d’intelligence.

La Casa Bianca ha finalmente pubblicato ieri l’atteso rapporto declassificato dell’intelligence contenente indicazioni ufficiali secondo le quali il principe Mohammed bin Salman approvò la brutale operazione di Istanbul che portò alla morte del giornalista del Washington Post, Jamal Khashoggi, considerato un dissidente fuggito in esilio a settembre 2017.

Anche se molti dettagli non sono stati svelati, il rapporto di quattro pagine preparato da tempo ma trattenuto da Trump per due anni, conferma quello che il mondo sa da tempo. La squadra di 15 agenti guidata da uno consigliere chiave del principe, Saud al-Qahtani, includeva sette guardie del corpo che fanno parte della forza militare Rapid Intervention Force – nota come Tiger Squad – che, in una monarchia autoritaria, gli dovevano obbedienza assoluta. Il documento elenca 21 agenti che hanno partecipato e che sono complici della morte di Khashoggi.

Il 35enne Mohammed bin Salman è considerato la figura più potente nel Regno Saudita. Il rapporto cita il controllo del processo decisionale e sull’apparato di sicurezza saudita che il principe ereditario detiene, e trae conclusioni inequivocabili. Inoltre la CIA afferma nel rapporto, che il principe sostiene l’uso delle misure violente per mettere a tacere i dissidenti all’estero.

Le autorità dell’Arabia Saudita, in un processo di facciata di fronte alle crescenti prove, hanno condannato a morte cinque persone per aver agito senza alcuna autorizzazione dall’alto. Condanne che sono state però successivamente commutate in 20 anni di prigione.

Il Segretario di Stato Anthony J. Blinken, nel ricordare che i diritti umani sono al centro della politica estera degli Stati Uniti, ha dichiarato in una conferenza stampa che “il mondo è inorridito” dall’uccisione di Khashoggi e ha annunciato che il Dipartimento del Tesoro imporrà sanzioni e congelerà i beni di alcune persone legate alla forza di intervento rapido saudita. Le stesse sanzioni saranno imposte all’ex vice capo della presidenza dell’intelligence generale dell’Arabia Saudita, Ahmad Hassan Mohammed al Asiri, capobanda dell’operazione Istanbul che si è coordinato con il consigliere Saud al-Qahtani. Ma nella lista delle misure punitive del Dipartimento del Tesoro non è menzionato il nome del principe ereditario.

Anche se il rilascio del documento della CIA è stato accolto con favore dai legislatori, molti hanno sollevato critiche alla mancanza di sanzioni contro Mohammed bin Salman e chiedono di fare di più oltre che a nominarlo e svergognarlo pubblicamente.

Ma i consulenti di sicurezza del presidente Biden, sottolineando che ogni amministrazione fa affari nell’interesse nazionale con leader con sangue sulle mani, a cominciare dal presidente russo Putin e da quello cinese Xi Jinping, vedono un rischio troppo alto per l’antiterrorismo e altre questioni nella rottura del rapporto con il principe ereditario, che rappresenta un alleato strategico chiave in Medio Oriente, molto difficile da evitare. Gli Stati Uniti hanno cinque basi militari in Arabia Saudita, un fatto che mostra il peso di Riyadh.

Biden deve cercare la condiscendenza saudita per avere un maggior consenso su alleanze, come ad esempio il rilancio dell’accordo nucleare con l’Iran, noto come JCPOA, oppure rischia di vedere sabotare qualsiasi accordo futuro se l’Arabia Saudita unisce le forze nella regione. “Se vogliamo portare i sauditi fuori dallo Yemen, avremo bisogno della loro cooperazione e lavorare con loro per il JCPOA”, ha dichiarato Steven Cook del Council on Foreign Relations.

L’ex presidente Obama aveva comprato le monarchie del Golfo con le vendite record di armi, una tattica che molti funzionari statunitensi dell’epoca che ora si trovano nell’attuale amministrazione hanno bollato come complicità nelle uccisioni di massa dei civili yemeniti. L’amministrazione Biden sta valutando l’annullamento degli accordi sulle armi con l’Arabia Saudita limitando al contempo le future vendite militari ad armi “difensive” e non “offensive”. Una questione che lascia spazio a diverse interpretazioni.

Rispondendo al rapporto pubblicato, l’Arabia Saudita respinge completamente la valutazione negativa, falsa e inaccettabile relativa alla leadership del Regno. Una dichiarazione rilasciata dal ministero degli Esteri afferma che il rapporto contiene informazioni e conclusioni “inesatte”.

Intanto in Arabia Saudita, dopo il rilascio della valutazione, il tweet di maggiore tendenza è: “Siamo tutti Mohammed bin Salman”.