Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato l’Aja di antisemitismo, dopo la decisione della Corte Penale dell’Aja stessa di aprire una inchiesta formale per presunti crimini di guerra commessi da Israele nei Territori palestinesi nella guerra del 2014 con Gaza.

Milizie di Hamas

«Israele da questa sera è sotto attacco». Ha commentato il premier «Il prevenuto Tribunale dell’Aja ha adottato una decisione che è l’essenza dell’antisemitismo e dell’ipocrisia».

La complessa questione di Gaza infatti rischia di risolversi con una generica attribuzione, da parte dell’Aja, della ragione (in realtà assente) al movimento islamico palestinese di Hamas. Il movimento, infatti, esulta per la decisione dell’Aja, che difende, invece, le sue azioni nella guerra di Gaza del 2014 contro Israele. A detta dell’Aja si tratterebbe una «resistenza legittima».

Comprensibilmente furioso, Netanyahu ha commentato: «Il Tribunale ha stabilito che i nostri soldati, eroici e morali, che combattono contro i terroristi fra i più crudeli sulla terra, proprio loro sono i criminali di guerra. Secondo l’Aja, quando noi costruiamo una casa nella nostra capitale eterna Gerusalemme commettiamo un crimine di guerra.”

Poi, la stoccata finale, opportuna e centrata: “Un Tribunale composto per impedire che si ripetessero gli orrori compiuti a danno del popolo ebraico, si esprime adesso contro lo stato del popolo ebraico e non dice una parola contro l’Iran, la Siria ed altri regimi totalitari i quali davvero si macchiano di crimini”.

Netanyahu si dice, però, disposto a “combattere per la verità in tutte le assise, difendere ogni soldato, ogni comandante, ogni cittadino.” E conclude: “Combatteremo per la verità fino a quando – ha concluso – questa decisione scandalosa sarà annullata”.