Il Pakistan è l’incubo di Barack Obama. Lo ha detto recentemente il contestatissimo sito Wikileaks e dunque c’è da crederci.

Oggi il Pakistan è l’unico paese islamico ad avere un effettivo potenziale atomico (ben più concreto di quello iraniano): cosa accadrebbe se in un futuro prossimo il governo di Islamabad fosse nelle mani degli integralisti islamici?
Al governo pachistano non piace che gli Stati Uniti amplifichino questa preoccupazione – un’ossessione che esiste da ben prima che Obama accedesse alla Casa Bianca – perché vi scorgono una manovra, se non addirittura un complotto per mettere l’arsenale nucleare pachistano sotto stretta sorveglianza della comunità internazionale.

A Islamabad l’ambasciatrice americana Anne Patterson rileva che questa mediatizzazione dello scenario nucleare imbarazza assai il presidente Asif Ali Zardari e il capo del governo, il premier Youssef Raza Gilani. Inevitabilmente entrambi si mettono sulla difensiva. Nonostante ciò, la Patterson continua a mettere in guardia Washington riguardo al rischio pachistano: “Gli attivi nucleari pachistani sono controllati da un esercito laico che ha messo in opera estese misure di protezione. La nostra preoccupazione maggiore è che un individuo operante nelle installazioni governative faccia uscire materiale a sufficienza per fabbricare una bomba atomica.”

Le inquietudini americane hanno generato un tentativo di cooperazione con il governo pachistano, peraltro fallito. Nel 2007 il governo di Islamabad aveva dato il suo accordo di principio a un’operazione destinata a ritirare uranio altamente arricchito da uno dei diversi reattori sparsi nel paese. Facile a dirsi ma difficile da realizzare. Il ritiro non è ancora stato eseguito e il tutto è ulteriormente complicato dall’insurrezione talebana della primavera 2009 nei distretti dello Swat e Buner. Per l’opinione pubblica statunitense si tratta di un possibile scenario nucleare catastrofico: i djihadisti pachistani alla conquista del nucleare, una potenziale minaccia per l’Occidente.

Secondo Washington, il Pakistan avrebbe raggiunto il suo attuale livello nucleare grazie all’aiuto della Cina, che ha svolto un ruolo chiave nella fornitura di tecnologie per la produzione di plutonio e la fabbricazione di moderne testate nucleari. Vi è anche il sospetto, mai confermato, che sin dagli anni ’90 il paese abbia beneficiato di un significativo know-how atomico da parte di Russia, Francia e altri paesi occidentali.

Fonte: Le Monde.fr