Secondo il New York Times i procuratori federali di Washington stanno cercando prove che consentano di collegare Assange e un analista dell’intelligence dell’esercito americano. Se questo legame trovasse riscontro Assange potrebbe passare da destinatario passivo dei documenti a cospiratore. Accusa di non poco conto negli Stati Uniti.

Infatti Assange, parlando alla BBC dopo il suo rilascio, ha detto che secondo i suoi avvocati americani una voce in questo senso esiste.
Un portavoce del Dipartimento di Giustizia americano ha confermato che “un’indagine sulla questione Wikileaks” è in corso.

Gli attacchi degli hacker intanto hanno incluso, oltre ai siti di MasterCard, Amazon, PayPal e Visa, anche i siti Web della procura svedese e l’avvocato che rappresenta le due donne le cui accuse di abusi sessuali sono la base della richiesta di estradizione della Svezia.

Ma non è solo ai Governi che Assange dà fastidio. Alcuni suoi ex-collaboratori, che si erano scostati decisamente dal suo comportamento, ritenendolo errato e con un sottofondo di delirante e imperiosa mania di grandezza in quanto non assolutamente in grado di capire che i segreti rivelati potevano avere un prezzo in carne e ossa, hanno deciso di inoltrare denuncia contro di lui.