Filippo Lombardi, Presidente del CdA dell’ Ambrì Piotta, forse preso dallo sconforto per la decisione cantonale di impedire la ristrutturazione della vecchia Valascia, forse spaventato, molto spaventato dal impegnativo investimento finanziario che in leventina si dovrà affrontare, dal sito ufficiale del club afferma: ” Un giorno nero per l’HCAP”

La doccia fredda, ma forse qualcuno già sapeva da tempo che la pista era inserita in zona rossa di rischio valanghe – anche se negli ultimi 75 anni non sono capitati particolari problemi – ma la valanga della Valascia lassù qualcuno ancora se la ricorda, sembra aver gettato nello sconforto il combattivo Presidente.


Un presidente molto preoccupato e deluso

Dal sito ufficiale termina con un appello “ Il “giorno nero dell’HCAP” è dunque veramente nero e potrebbe significare la fine di una storia. Siamo ad un bivio: o il forte carattere leventinese saprà una volta ancora reagire all’avversità, trovare risorse addizionali nei prossimi anni e puntare senza indugi alla costruzione della nuova Valascia, oppure saremo tutti ben presto costretti ad appendere i pattini al chiodo.

Ne io personalmente, né il CdA nel suo insieme, siamo in grado con le nostre forze di dare la risposta a questo interrogativo. La risposta la deve dare a questo punto il popolo BiancoBlù, e dev’essere una risposta di carattere e di forza assolutamente eccezionali in termini di solidarietà, presenza, affetto per la squadra e la società, generosità sul piano finanziario. Amici BiancoBlù: la decisione è vostra! ”

Lombardi nel suo scritto ripercorre anche l’ter che aveva portato il CdA ad optare per la ristrutturazione e scrive: “Non tocca a noi contestare gli esperti che così hanno decretato, né possiamo addurre l’esperienza statisticamente insufficiente degli ultimi 75 anni senza problemi significativi. Dobbiamo dunque prendere atto della sentenza. Ci sia però concesso esprimere pubblicamente il nostro sconcerto per la situazione in cui siamo stati messi dall’autorità. Diciotto mesi or sono, assumendo le proprie funzioni, il nuovo Consiglio d’amministrazione scopriva in un cassetto una comminatoria del Cantone che imponeva la messa fuori servizio definitiva dell’impianto per il 30 aprile 2009 in mancanza di sostituzione dell’impianto di produzione del freddo basato sull’ammoniaca. Una decisione non rigorosamente imposta dalla legge federale, ma presa dal Cantone nell’ambito del margine discrezionale di cui dispone per la progressiva riduzione degli impianti a rischio.

Immediatamente ci siamo messi al lavoro, per trovare soluzioni transitorie durante l’estate 2009, impegnandoci a sostituire l’impianto ad ammoniaca nell’estate 2010, quali primi passi del progetto di ristrutturazione totale della Valascia, ampiamente discusso con i rappresentanti del Cantone in numerosi incontri, anche nell’ottica di una soluzione concordata e praticabile sul piano della sicurezza valangaria. In quest’ottica abbiamo allestito con fiducia la domanda preliminare di costruzione che oggi ci viene bocciata.

L’inattesa doccia fredda odierna contrasta dunque con tutto questo lavoro preparatorio e ci lascia un forte amaro in bocca per aver perso un anno e mezzo di tempo e aver già speso 1,7 milioni in una struttura comunque condannata. Ci fosse stata comunicata fin dall’inizio, saremmo oggi ben più avanti sull’unica strada percorribile, ovvero la costruzione di una nuova pista in zona aeroporto”.