Dal primo gennaio 2011 immigranti illegali e candidati all’asilo bocciati non potranno più sposarsi in Svizzera. La nuova regolamentazione mira ad impedire i cosiddetti “matrimoni bianchi”, celebrati con l’unico scopo di evitare una espulsione. Gli ufficiali di stato civile nei cantoni svolgeranno un ruolo importante nell’applicazione della normativa.

Un freno ai matrimoni di convenienza

Da gennaio, lo straniero o la straniera che vuole sposarsi con una svizzera o uno svizzero dovrà dimostrare che risiede legalmente nel Paese, mostrando un’autorizzazione di soggiorno o un visto.

Non esiste una statistica nazionale dei matrimoni bianchi. Le cifre del canton Zurigo possono tuttavia dare un’idea: dei 3500 matrimoni esaminati nel 2008, quasi 500 sono stati ritenuti fittizi. Secondo l’Ufficio federale di statistica, dei 42’000 matrimoni contratti in Svizzera nel 2009, quasi il 36% erano unioni binazionali.

Nella lotta contro i matrimoni bianchi, gli ufficiali di stato civile svolgeranno un ruolo chiave: dovranno denunciare alla polizia degli stranieri i fidanzati che non sono in grado di dimostrare un soggiorno legale in Svizzera. Essi potranno anche accedere ai dati immagazzinati nel SIMIC, il Sistema informativo automatizzato dell’Ufficio federale della migrazione (UFM).

Molte le direttive da osservare. Soltanto per i visti, si trovano oltre 70 documenti sul sito internet dell’UFM. Specialisti dell’Ufficio federale dello stato civile hanno formato responsabili cantonali, che hanno a loro volta istruito gli ufficiali di stato civile.

Con le sue nuove regole – che si applicheranno anche all’unione registrata – la Svizzera non è sola in Europa. Danimarca, Norvegia, Olanda e Gran Bretagna hanno una legislazione identica.

In parlamento, la sinistra si è battuta invano contro questa modifica del Codice civile, risultato di una iniziativa parlamentare del presidente dell’UDC e consigliere nazionale Toni Brunner (SG).