Di fronte agli inquirenti – scrive oggi il Corriere del Ticino – aveva espresso con calma apparente e convinzione la propria versione, respingendo gli addebiti e professandosi innocente. Ma alla fine il suo castello è crollato: decisivo, a questo proposito, – scrive ancora il quotidiano luganese – l’intervento, paziente, mirato e costante, del suo avvocato difensore, Carlo Steiger, che è riuscito a convincere il proprio cliente a raccontare la verità. Un passo importante per consentire al legale, già procuratore pubblico ed ora penalista di lungo corso, di impostare una linea difensiva valida che si potrebbe indirizzare verso l’omicidio passionale.
Hans Peter Maier, il 50.enne germanico finito in manette il giorno dopo la morte violenta di Matteo Diebold, il 40.enne trucidato a coltellate nella notte tra giovedì 11 e venerdì 12 novembre nel suo appartamento di via Sorengo 20b a Lugano, ha dunque ammesso i fatti – come svela il CdT – prima davanti al difensore in carcere nel corso di un colloquio e poi ha ripetuto il tutto agli inquirenti.
Maier ha dunque raccontato di essersi visto quella sera con Diebold, con cui aveva da tempo una relazione sentimentale clandestina, di aver cenato con lui in un ristorante di Collina d’Oro e una volta rientrati nell’abitazione di via Sorengo, dopo una discussione di averlo colpito con dei fendenti all’addome, alle mani e alla schiena. Ferite che hanno provocato la morte di Diebold, il cui corpo venne trovato nell’atrio il giorno seguente da un collega e per cui il 50.enne deve ora rispondere dell’accusa di omicidio intenzionale.
A pagare sono state dunque – scrive ancora il CdT -la tenacia degli inquirenti che hanno raccolto validi elementi e l’opera di convincimento svolta dall’avvocato Steiger.