Geraldine Hoff Doyle, il cui volto divenne un’icona americana della lotta antinazista durante la Seconda guerra mondiale, è morta domenica scorsa a Lansing, nel Michigan, all’età di 86 anni.
L’annuncio della scomparsa è stato dato dalla figlia al New York Times, precisando che la madre è morta per le complicazioni di un’artrite.
La Doyle è stata, senza saperlo per oltre 40 anni, la modella del poster del 1942 intitolato We Can Do It! (ecco da dove Barack Obama prende i suoi slogan, dal passato…) in cui si vede un’operaia che mostra i muscoli del braccio.
Dopo la guerra, il manifesto grafico, commissionato dal War Production Coordinatig Committee, diventò uno dei simboli del movimento femminista americano. La signora Doyle non fu a conoscenza della sua esistenza fino al 1982, quando sfogliando una rivista vide l’immagine e si riconobbe.
Da quando aveva 17 anni Geraldine lavorava in una fabbrica di metalli a Inkster, nei pressi di Detroit. Un fotografo della United Press era arrivato nella fabbrica per scattare immagini alle operaie, con lo scopo di realizzare un servizio giornalistico di propaganda a sostegno della patria in guerra.
Una delle foto fu utilizzata per realizzare un poster che venne impiegato anche dalla società Westinghouse, con l’obiettivo di scoraggiare gli scioperi e l’assenteismo alle catene di montaggio delle fonderie.