In un mondo sconvolto dalla crisi finanziaria, la Svizzera è un esempio in materia di regolamentazione bancaria. E’ quanto sostiene un articolo apparso ieri sul magazine statunitense Newsweek.

Stando a quanto si legge, il nostro paese avrebbe fatto le mosse giuste in diversi ambiti. Ad esempio nei confronti delle banche, con la Banca nazionale, l’élite politica e quella economica che hanno agito rapidamente e con fermezza. Come nel caso degli attivi tossici di UBS prima del crollo della banca americana Lehman Brothers, nel settembre 2008.
Newsweek loda l’operato del direttore della Banca nazionale svizzera, Phillip Hildebrand per il suo piano secondo il quale UBS e Credit Suisse devono detenere il 19% dei loro attivi in capitale, alfine di coprire le perdite. Una percentuale che è quasi tre volte il nuovo standard mondiale, che si attesta al 7% e che sarà introdotto progressivamente a partire dal 2019.
Newsweek sottolinea anche l’efficacia del frazionamento in diverse unità operative del business dei grandi istituti di credito, una misura atta ad evitare l’eventuale tracollo della casa madre. Una manovra che il Credit Suisse sta già mettendo in opera.

L’articolo del Newsweek giunge come nota assai positiva dopo anni di vessazioni da parte delle istanze giudiziarie statunitensi e malgrado UBS e Credit Suisse si trovino invischiate in diversi scandali finanziari negli Stati Uniti, scandali per i quali sono state condannate a pagare multe milionarie.

A far da campanaro contrario all’articolo del Newsweek ci pensa il giovane economista svizzero Samuel Bendahan: “In tutta onestà non vedo cosa le banche svizzere abbiano fatto di così buone per meritarsi le lodi del Newsweek – dichiara Bendahan – E’ chiaro che di fronte alle situazioni di emergenza abbiamo saputo reagire prontamente, ma proprio questo è il problema. Se dopo quanto accaduto UBS si limita a minimizzare le possibilità di un nuovo rischio, si può dire che niente è stato fatto per evitare che fra qualche anno, nel caso di una nuova crisi, si riproducano gli stessi problemi.
Se in Svizzera abbiamo saputo regolarizzare le banche meglio e in maniera più veloce rispetto agli altri paesi è soprattutto grazie al nostro sistema di democrazia diretta. La gente ha potuto esprimere la propria rabbia e i politici sono stati obbligati a reagire. Ritengo però che nulla sia stato fatto in materia di trasparenza nelle decisioni prese dalle grandi banche. Quando un organismo privato o pubblico ha un impatto sull’insieme della popolazione – come è il caso con UBS e Credit Suisse – i cittadini devono poter accedere a tutte le informazioni che li riguardano.”

(Fonte: Newsweek/Le Matin)