Nella classifica delle monete più in forma nel 2010 il franco svizzero si aggiudica sicuramente la medaglia d’oro, essendo quella che con maggior successo ha saputo distanziarsi dal pessimismo che ha regnato sui mercati e sulle piazze finanziarie. Seguono il dollaro australiano e lo yen giapponese. Si tratta però di un primato che va considerato in una più ampia prospettiva, tenendo conto anche di possibili effetti a più lungo termine.

Oltre che per la stabilità e il buono stato di salute dell’economia interna, in questi ultimi tempi la forza del franco svizzero è data anche dal cedimento delle altre valute, in particolare euro e dollaro USA e dall’importante effetto di moneta rifugio. Meccanismi questi che entro determinati limiti sono positivi ma la cui esagerata evoluzione potrebbe creare considerevoli danni all’economia svizzera, basata notevolmente sull’export verso Unione europea e Stati Uniti. Senza dimenticare che se si manifestasse un calo delle esportazioni, potrebbero sorgere spiacevoli conseguenze a livello occupazionale.

Molto dipenderà dall’abilità della Banca Nazionale e dei politici nel contenere il fenomeno di rafforzamento della valuta elvetica, anche se la futura evoluzione del franco dipenderà in modo importante da fattori esterni all’economia svizzera, ossia lo sviluppo dei mercati e delle valute alle quali la stessa Svizzera è commercialmente legata in modo preponderante.