Dopo che il 31 dicembre la Bielorussia ha dichiarato che l’Ocse, il principale organismo di vigilanza dell’Europa,non potrà più lavorare nel paese (a causa della condanna fatta ai risultati delle elezioni presidenziali), Svezia e Germania hanno chiesto a Bruxelles di bloccare i visti per l’ingresso dei vertici bielorussi nello spazio comunitario.
Berlino ha sottolineato tramite un portavoce come sia tempo che l’Europa reagisca politicamente alla dittatura del presidente Aleksander Lukashenko, riconfermato alla carica con consensi ufficialmente vicini all’80%.
La proposta ripresa dai governi svedese e germanico era partita dalla Polonia: concedere gratuitamente i visti ai cittadini bielorussi, riservandosi però di negarli ai rappresentanti del governo, ritenuti “responsabili delle più dure repressioni, nella storia della Bielorussia indipendente”.

Alexander Lukashenko è un presidente nostalgico dell’epoca sovietica e governa la Bielorussia ininterrottamente dal 1994. Con un referendum nel 2004 aveva modificato la costituzione in modo da potersi candidare nel 2006 per un terzo mandato elettorale e a fine 2010 per un quarto mandato.